La serie in sei episodi diretta da Valeria Golino e Nicolangelo Gelormini, favorita alla 70esima edizione dei Premi David, ha portato a casa tre statuette nelle categorie Miglior Sceneggiatura non originale, Migliore Attrice protagonista (Tecla Insolia) e Migliore Attrice non protagonista (Valeria Bruni Tedeschi). Di seguito, alcuni dei motivi per cui può essere considerato uno dei migliori prodotti dell'anno
A quasi un anno dal suo debutto al Festival di Cannes 2024, prosegue ai David di Donatello 2025 la stagione di successo de L'Arte della Gioia, la serie televisiva in sei episodi diretta da valeria Golino con Nicolangelo Gelormini, che alla cerimonia a Cinecittà di mercoledì 7 maggio ha ottenuto tre statuette su ben quattordici nomination.
La serie è certamente uno dei titoli più in vista di questa stagione cinematografica e televisiva. Ai David ha gareggiato insieme ai lungometraggi in virtù del suo passaggio in sala in due parti tra maggio e giugno 2024. Il grande pubblico ha potuto apprezzarla successivamente anche su Sky che l'ha trasmessa in esclusiva dallo scorso febbraio e dove e ora disponibile anche in streaming (su Now).
Premiata ai David di Donatello per le interpretazioni di Tecla Insolia e Valeria Bruni Tedeschi, rispettivamente, Migliore Attrice protagonista e Migliore Attrice non protagonista, e per la Sceneggiatura non originale (il team composto da Golino, Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo), la serie evento va vista e riscoperta per molti motivi: dalle interpretazioni memorabili del cast alla cura con cui sono stati ricostruiti costumi e ambientazioni e per l'attualità del tema del romanzo da cui è tratta: L'arte della Gioia di Goliarda Sapienza.
L'arte della Gioia è il titolo del romanzo postumo di Goliarda Sapienza. Considerato uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, è al centro di una nuova ondata di interesse grazie all'industria cinematografica che è tornata a fare luce su un momento della storia nel quale hanno vissuto, lottato e sofferto, uomini ma soprattutto donne, in cerca del proprio spazio nel mondo.
Il romanzo di Sapienza è un racconto potente, vitale e drammatico di una giovane donna che ha preteso la libertà di poter essere ciò che la sua condizione e la società non le avrebbero permesso di essere. Una battaglia, quella per la propria affermazione personale, che è uno scontro contro i pregiudizi e la morale.
Modesta (sullo schermo Tecla Insolia) è un personaggio profondamente oscuro e luminoso, che respinge e conquista allo stesso tempo.
Il lettore e lo spettatore seguono con trepidazione la sua lotta per ogni attimo di gioia che viene quasi rubato, tenuto stretto con le unghie e con i denti.
Scaltra, ambiziosa, allegra e sensuale, Modesta si emancipa dalla famiglia, sfugge alle regole, conquista e distrugge facendosi largo nella società a scapito degli altri. Un'eroina animata da una sete di vita così grande da trascendere le epoche.
Non si ha l'impressione di assistere a uno spettacolo ambientato nel primo Novecento quando si guarda la serie di Golino se non per il continuo richiamo delle atmosfere d'epoca e degli scenari. La battaglia di Modesta è attuale e riguarda uomoni e donne. Chiunque può identificarsi con la protagonista della storia pur accettando di mantenere le distanze dalle sue azioni. Questo sentimento di ambivalenza nei confronti dei protagonisti è una delle ragioni più interessanti per apprezzare la storia.
L'Arte della Gioia, un prodotto raffinatissimo sotto il profilo creativo e produttivo, vede il coinvolgimento di alcuni dei più grandi talenti del cinema nazionale e internazionale che hanno regalato al pubblico interpretazioni memorabili che resteranno punti fermi delle loro carriere.
La storia è trascinata da Tecla Insolia, attrice classe 2004 con esperienza anche in campo musicale che è entrata nei cuori del pubblico col personaggio di Modesta.
L'attrice nata a Varese ha dato vita alla giovanissima e ribelle protagonista della storia catturando lo schermo con una forza travolgente. Insolia, premiata col David Rivelazioni Italiane 2025, ha poi trionfato a Cinecittà anche come Migliore Attrice protagonista.
Un altro premio della categoria, quello per la Migliore Attrice non protagonista, ha visto la sfida (veramente difficile) tra Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi, due fuoriclasse del grande schermo, nella serie interpreti delle due donne adulte che daranno forma e direzione all'esistenza di Modesta. Nella storia si avvicendano e ciò permette al pubblico di godere delle singole interpretazioni.
La prima, Trinca, è Madre Leonora, una donna il cui spirito arde sotto la tonaca. Valeria Bruni Tedeschi (vincitrice della statuetta) è la capricciosa e altera Principessa Gaia Brandiforti, una donna resa veramente irresistibile dal talento e dal carisma dell'attrice pluripremiata, che accompagna Modesta in una nuova fase della sua vita. Poi c'è Alma Noce, volto delicato e animo misterioso, nei panni di Beatrice Brandiforti.
L'arte della Gioia non è però una storia al femminile. Nell'epopea di Modesta c'è spazio per Carmine (Guido Caprino, candidato come Migliore attore non protagonista) e per Ippolito (interpretato da Giovanni Bagnasco). Accanto a loro, poi, un intero villaggio di ruoli più piccoli per un cast che, complessivamente, conquista episodio dopo episodio.
Nei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento è stata scritta la storia dell'Italia moderna ed è vero anche che le disparità che hanno segnato l'identità del Paese sono nate proprio in questi decenni, attraversati dal Risorgimento, la Grande Guerra, l'epidemia di febbre spagnola, l'ascesa del fascismo.
Tutti questi eventi toccano la trama senza piegarla perché la Sicilia rielaborata da Golino sullo schermo è vera, nella sua consistenza rurale, ma è anche lontana dalla realtà per la sua capacità di farci sognare.
I costumi e le ambientazioni sono così perfetti da farci immergere subito, alla prima inquadratura, in un contesto d'epoca ma poi i dettagli aprono a universi narrativi da favola (che facilmente diventa una fiaba nera).
Più che alla narrazione fedele di un'epoca storica, sceneggiatori, scenografi, costumisti e direttori della fotografia, hanno puntato sul fascino del passato.
Non è singolare il fatto che questa serie sia esplosa in un momento in cui il pubblico ha dato prova di apprezzare tutto ciò che proviene da un passato nemmeno troppo remoto.
L'Arte della Gioia ma anche Belcanto e Il Gattopardo, tutte serie televisive di successo andate in onda su diverse piattaforme nella stessa stagione, sono la testimonianza della ricerca da parte del vasto pubblico di storie che abbiano un piede dentro e uno fuori dalla realtà. Un passo in avanti - non solo storico - rispetto al Regencycore, la mania per le storie e l'estetica tutta corsetti e perle nata con Bridgerton.
RetroSearch is an open source project built by @garambo | Open a GitHub Issue
Search and Browse the WWW like it's 1997 | Search results from DuckDuckGo
HTML:
3.2
| Encoding:
UTF-8
| Version:
0.7.3