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Salmo, presenta l'album Ranch: 'A 40 anni ho scoperto di essere un bravo ragazzo'

L'intimità di un quarantenne che si scopre un bravo ragazzo è l'anima di Ranch, il nuovo album di Salmo. Distante dal classico immaginario western, rimanda a qualcosa di profondamente intimo e autentico: è il rifugio in collina, nel cuore della Sardegna, dove Salmo ha scelto di isolarsi negli ultimi tempi, lontano dai riflettori e dagli algoritmi social, per guardarsi dentro e riconnettersi con la propria essenza. Ranch è una zona franca dove poter mettere tutto in pausa, ripensare le priorità, cambiare mentalità e abitudini, fare ordine e preparare il terreno per un’esplosione di creatività. È un confine netto tra il rumore, la frenesia di fuori e l’urgenza di silenzio interiore. È la fame di ripartire da sé, dalla famiglia, dalla musica. Ranch è un disco che si lascia trovare, che non si piega, ma prende posizione. Che riporta  Salmo al centro della sua musica, con la consapevolezza e la libertà di chi ha scelto di spogliarsi di tutto il resto.

Maurizio accompagnaci nel tuo Ranch.

E' un posto sicuro, un'isola felice nella mia testa: avevo bisogno di isolarmi e cercare la serenità. Una scelta non facile. A differenza di altri, oggi che ho 40 anni e non sono più un ragazzino so che serve una auto analisi e in Ranch c'è.

In isolamento è stato più semplice creare il progetto?

Il disco è venuto fuori da solo nello stesso periodo in cui ho lavorato alla serie tv Sky Original sul Blocco 181 e ho scritto libro Sottopelle, in quel momento dovevo cercare di essere un'altra persona. Quel personaggio rimane da solo e io mi sono infilato nella sua vita.

Chi era il piccolo Maurizio?

Ero un ragazzino timido e disagiato, poi vidi un video di Neffa dove entra il rapper Kaos e mi sono detto che voglio fare Rap e cantare così dal vivo e dunque sono uscito dal mio guscio; con lui ho un legame profondo, nei primi dischi mi sono ispirato a lui e ho voluto restituirgli quello che mi ha dato.

Raccontami la storia dei video, so che c'è di mezzo Sylvester Stallone e il suo ultimo Rambo.

Il mondo dei video è cambiato, le piattaforme sono confuse, non si capisce cosa ospitano, è un calderone e io ho indagato: visto che mi piacciono le immagini in movimento sono andato in Bulgaria e ho girato 16 video in pochi giorni ma in realtà è come fosse uno solo con un inizio, uno sviluppo e un finale. E' un concept parallelo al disco, c'è un personaggio che vive da solo nel Ranch come fossimo nel 2070: ci sono ritagli di giornale che spiegano la guerra tra esseri umani e intelligenza artificiale, mi sono portato avanti immaginando quel mondo. Nell'ultimo video poi arriva la sorpresa. Siamo stati in Bulgaria dove costa tutto molto meno che negli Stati Uniti grazie a Sylvester Stallone che ci ha fatto girato l'ultimo Rambo.

Pronto per il tour?

Un momento è stato pensato per i fan, abbiamo creato intrattenimento come fosse una festa di paese, i giovani possono venire già al mattino e troveranno intrattenimenti a tema: questo appuntamento sarà il 6 settembre a Milano e si chiama Lebonski Park. Il tour vero partirà poi il 9 ottobre da Padova. Inoltre e ci aggiungo finalmente farò un tour mondiale che doveva già essere nel 2020 ma c'è stato il covid: non vedo l'ora, lo sto aspettando da tanto. Lo faremo nei club situazione che mi riporta da dove sono partito.

Torniamo un attimo al tuo isolamento?

Per fare la serie sono stato un mese da solo, ho pensato di essere matto, e quando è finita sono tornato in Sardegna e l'isolamento è continuato e abbiamo creato l'album. La maggior parte delle mie canzoni nasce in Sardegna e lì trovo il calore del fuoco, ispirato da tutto quello che avevo intorno, è un posto magico per la creatività.

Ci sono momenti in Ranch che sei più cantautore che rapper.

Non ci ho pensato, ma ti ripeto che l'album è uscito in maniera spontanea, potrebbe essere l'inizio di qualcosa, disco dopo disco evolvo e non volevo fare il classico disco Rap. Da tempo desideravo fare una cosa chitarra e voce. Non suono bene la chitarra ma volevo fare capire che contano le intenzioni. Ho registrato in presa diretta.

Eppure c'è più interiorità che osservazione esterna nelle tue liriche.

C'è una sguardo fuori comunque anche se meno rispetto agli altri dischi, non ho parlato molto della società perché siamo sempre in una situazione di stallo e non voglio ripetermi, ma è difficile restarne indifferenti e dunque qualche spiffero c'è.

Cosa manca al tuo Ranch?

Premesso che ognuno può avere il suo nel cervello. Nel mio manca il recinto per gli animali eppure mentre lavoravo era pieno di gatti e so che le leggende dicono che sono il passaggio tra vita e morte.

Che rapporto hai con la spiritualità?

Non credo in Dio ma sento la spiritualità degli esseri umani, sono capaci di fare cose che non immaginiamo.

Oggi si parlo molto dei testi Rap, del peso delle parole.

Se dai peso alle parole deve valere in qualunque ambito dell'arte, deve esserci in tutto.

Il bilancio del quarantenne?

Il rap mi ha dato la possibilità di uscire da un guscio e sentirmi sicuro. Ho passato la vita a essere un duro e ora a 40 anni ho scoperto di essere una brava persone ed è raro, ne sono fiero. Trasporre questo nella musica fa sì che quello che arriva sia sincero.

Mi hanno colpito i brani Crudele e Conta su di me.

E' una canzone d'amore dedicata alla musica, non so se mi rappresenta ma ci tengo molto. Al contrario un testo come Crudele e molto personale, ho raccontato una storia vera con coraggio, è molto privata e la avevo in testa da molti anni. Penso a Redemption Song di Bob Marley che la ha provata per tutta la vita ed è uscita tardissimo ma è immortale. Crudele mio padre la storia ce la ha raccontata a pezzi e io li immagazzinavo: infatti è venuta spontanea.

Infine che mi dici dello stato del Rap in Italia?

L'Italia è forte anche se ci sono alcuni meno bravi perché non riescono a esprimersi, dovrebbero avere il coraggio di aprirsi, se sei uno sfigato dillo, non temere. Ma ce ne sono tanti bravi e ne sono contento e li ascolto. Negli anni Novanta c'era un modo di scrivere diverso con artisti che comunicavano la loro storia oppure ti facevano volare. Oggi ai ragazzini dico di osare e creare una rivoluzione.

Approfondimento Stories, "Salmo – Quel bravo ragazzo". VIDEO


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