Alla 70ª edizione dei David Vermiglio di Delpero conquista sette statuette, tra cui miglior film, miglior sceneggiatura originale e miglior regia — segnata dalla prima vittoria assoluta di una donna in questa categoria. La regista, celebra il riconoscimento con un discorso potente in cui rivendica l’urgenza del racconto antimilitarista e l'importanza del cinema del reale come spazio d'apertura per le voci femminili
La settantesima edizione dei David di Donatello si è trasformata in un evento storico con la consacrazione di Vermiglio, film scritto e diretto da Maura Delpero, che si è aggiudicato ben sette premi, inclusi i più ambiti: miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale. Un trionfo che segna un passaggio importante anche per la storia del premio: per la prima volta la statuetta per la miglior regia va a una donna.
Il discorso di Maura Delpero premiata per la miglior sceneggiatura originale“Scrivere una sceneggiatura da soli è bellissimo ma anche terribile,” ha detto Delpero dal palco, visibilmente emozionata nel ritirare il premio per la sceneggiatura. “Grazie ai miei lettori, questo premio è un segnale bellissimo contro l'omologazione del linguaggio.” E proprio quel linguaggio originale, personale e incisivo ha convinto la giuria ad assegnarle il riconoscimento per la miglior sceneggiatura originale.Il film, ha spiegato la regista, è nato con un'intenzione precisa e una presa di posizione netta: “Quando ho pensato di scriverlo, qualcuno mi ha chiesto se non fosse anacronistico parlare di guerra. Purtroppo, la guerra è sempre attuale, e da allora lo è ancora di più. Vermiglio è un film profondamente antimilitarista. Racconta quando la guerra ce l’avevamo noi in casa.”
Approfondimento David di Donatello 2025, trionfa Vermiglio. Ecco tutti i vincitori Vermiglio, per la prima volta una donna vince come miglior registaDelpero ha poi ricordato con tono critico ma costruttivo la sua prima vittoria ai David, in passato, per un documentario: “Allora non mi invitarono alla cerimonia, protestammo scrivendo una lettera per dire che il cinema del reale aveva la stessa dignità del cinema di finzione. Vedo che le cose sono cambiate fortunatamente.” Un cambiamento testimoniato non solo dal suo premio, ma anche dalla presenza significativa di registe nella cinquina di quest’anno. “Dobbiamo molto al cinema documentaristico, perché ha aperto alle donne,” ha sottolineato.
Approfondimento David di Donatello, il discorso di Elio Germano miglior protagonista Gli altri David vinti da VermiglioIl successo di Vermiglio non si ferma alla regia e alla sceneggiatura: il film ha ricevuto anche i David per il miglior suono, miglior fotografia, miglior produttore e naturalmente miglior film. Un’opera corale e ambiziosa, prodotta da Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila Sancet e Maura Delpero per Cinedora, con Rai Cinema, in collaborazione con Charades (coproduzione con la Francia) e Versus (coproduzione con il Belgio). Il riconoscimento unanime a Vermiglio conferma la centralità di un cinema capace di interrogare il presente e la memoria storica attraverso sguardi nuovi, audaci e radicalmente umani. Un cinema che trova forza nella scrittura e che rivendica il diritto di essere diverso, non allineato, fuori moda se necessario, ma sempre necessario.Con questo film e con la sua voce, Maura Delpero ha riscritto una pagina importante del cinema italiano, aprendo la strada — finalmente — a una nuova generazione di registe e autrici
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