E’ un appuntamento irrinunciabile nel panorama artistico e culturale perché tra le gallerie di Mia Photo Fair BNP Paribas ci sono scatti che finiranno nelle mani dei collezionisti più esperti.
Ben 114 espositori di cui 21 dall’estero, gallerie da Oslo, da Londra, da Berlino, da Amsterdam e dal Belgio perché Mia Photo Fair è un punto di riferimento non solo per quanto riguarda la fotografia, ma per l’arte in genere a dimostrazione della sempre più crescente commistione tra le arti.
A raccontarci una fiera in costante crescita è la direttrice artistica Francesca Malgara:
“MIA Photo Fair BNP Paribas rappresenta un momento ideale per riflettere sul ruolo della fotografia come punto di incontro tra diverse visioni del mondo. Con questa nuova edizione abbiamo voluto offrire alle gallerie e agli artisti una piattaforma per esplorare connessioni inaspettate intrecciando passato e presente, tecniche antiche e moderne, culture e linguaggi differenti. Questo approccio consolida l’identità di MIA come fiera che valorizza la ricerca, il confronto creativo e l’evoluzione della fotografia nel panorama artistico internazionale.”
DialoghiIl tema della 14esima edizione di Mia Photo Fair BNP Paribas ha contagiato ogni aspetto della manifestazione, dalle sezioni speciali ai premi, fino al programma culturale e alla proposta ideata dalle gallerie partecipanti.
Dialoghi e le sue molteplici interpretazioni, dialoghi grazie ai quali la fotografia diventa strumento per approfondire e rappresentare la realtà in tutte le sue forme. Connessioni inaspettate che intrecciano passato e presente, tecniche antiche e moderne, culture e linguaggi differenti.
Dalla fotografia più tradizionale stampata su carta, come scatti vintage alcuni dei quali rilasgono al 1800, a opere contemporanee. E poi foto tridimensionali, videoproiezioni, fino a immagini create con l’intelligenza artificiale.
“Dialoghi vuole dire molto”, ci spiega Francesca Malgara. “Questo tema è stato scelto inizialmente come un gioco, dove la fotografia storica è in dialogo con la fotografia contemporanea. Poi però ogni galleria ha deciso di cimentarsi con questo tema per raccontare le proprie tematiche, per mettere appunto in dialogo gli artisti, le tecniche fotografiche, le tematiche.”
La fotografia e l’intelligenza artificialeImpossibile oggi parlare di immagini senza coinvolgere l’intelligenza artificiale. Sono diversi infatti gli artisti che si sono cimentati con questa tecnologia innovativa.
Attraverso l’utilizzo dell’I.A., per esempio, Phillip Toledano si interroga sulla percezione dell’inganno. L’artista crea un mondo immaginario che potrebbe essere una reale città americana. Un’arte per cui ha coniato l’espressione surrealismo storico.
Una sorta di indagine sociologica sui rischi e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale.
Ha utilizzato l’intelligenza artificiale anche Maurizio Forcella, fotografo ma anche regista. Le sue immagini sono a metà strada tra la fotografa e la pittura, perché “l’ispirazione”, ci spiega “è il realismo magico. Sono partito da questo movimento pittorico per evocare delle emozioni e credo che l'intelligenza artificiale mi abbia aiutato molto in questo”.
Intelligenza artificiale quindi come opportunità. Ne è convinta Francesca Malgara, che afferma: “Nonostante io sia una fan della fotografia tradizioneale perché per me la fotografia è luce, l’intelligenza artificiale rappresenta oggi un’opportunità perché permette agli artisti di creare mondi più belli, mondi fantasiosi che altrimenti non avremmo la possibilità di vedere.”
La fotografia vincitriceNon ha invece utilizzato nessuna tecnologia Nick Brandt, artista inglese che si è aggiudicato il premio BNP Paribas. Un’immagine che racconta il cambiamento climatico scattata sott’acqua. Niente photoshop, niente A.I. Nell’opera “Serafina by table’, presentata dalla Galleria Willas di Stoccolma, una donna, seduta ad un tavolo, sott’acqua, è in un atteggiamento di apparente e innaturale normalità, in contrasto con l’emergenza dettata dalla crisi ambientale.
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