La malattia cronica autoimmuneccolpisce, principalmente, la popolazione giovane di sesso femminile e si caratterizza per la produzione di anticorpi diretti erroneamente verso vari organi e tessuti dell’organismo. I farmaci a disposizione oggi, confermano gli esperti in vista della Giornata mondiale del 10 maggio, “se impiegati precocemente possono renderne la remissione possibile, anche per periodi prolungati"
Il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) è una malattia cronica autoimmune che colpisce, principalmente, la popolazione giovane di sesso femminile e si caratterizza per la produzione di anticorpi diretti erroneamente verso vari organi e tessuti dell’organismo. In Italia ne soffrono circa 40mila persone, mentre nel continente europeo riguarda, come sottolinea l’ospedale San Raffaele di Milano, circa 1 persona su 1.000, in prevalenza donne, che ne sono colpite 9 volte più frequentemente rispetto ai maschi. Il picco di incidenza è tra i 20 e i 35 anni e l’andamento è “cronico-recidivante”. Questo vuol dire che, nella maggior parte dei casi, i pazienti affetti da LES sperimentano “un’alternanza di periodi di relativa quiescenza clinica della malattia (remissione) e periodi di riacutizzazione (flare)”.
La malattia “dai mille volti”Conosciuta anche come malattia "dai mille volti", il LES può essere tenuto sotto controllo grazie alla prevenzione mirata nei soggetti a rischio e diagnosi precoce. E, oggi, nuovi farmaci possono cambiarne la storia clinica. A darne conferma, in vista della Giornata Mondiale Del Lupus in programma il prossimo 10 maggio, sono gli esperti della Società Italiana di Reumatologia (Sir) e il Gruppo Les Italiano Odv che vogliono puntare il focus sull’importanza di ridurre i tempi utili per diagnosticare la malattia e su quella di avviare le terapie che, se precoci, possono evitare danni irreversibili. "Il Lupus è una malattia autoimmune con manifestazioni, soprattutto all'esordio, aspecifiche – ha confermato Andrea Doria, Presidente della Sir - Questa sua caratteristica può renderlo sfuggente e ostacolarne la diagnosi. Ma la presenza nel sangue degli autoanticorpi responsabili della patologia”, ovvero nel dettaglio gli anticorpi antinucleo, rappresenta la soluzione “per risolvere il rebus dei suoi tanti sintomi eterogenei". Tra questi, vengono compresi, continua l’esperto, "infiammazione articolare, febbricola persistente, rush cutanei al volto e al tronco, pleuriti o pericarditi non spiegabili o con alterazioni ematologiche o ancora con il fenomeno di Raynaud".
I farmaci e i progressi della ricercaOggi, conferma Doria, i farmaci esistenti per combattere il LES, dai nuovi immunosoppressori ai biologici, “se impiegati precocemente possono rendere la remissione possibile, anche per periodi prolungati". Ma resta importante promuovere azioni preventive negli individui a rischio, come lo stop al fumo, una sana alimentazione, una esposizione solare non eccessiva, l’assunzione di vitamina D e attività fisica ma senza sovraccarico. "Grazie ai progressi della ricerca, ricevere una diagnosi oggi è altra storia rispetto a dieci o venti anni fa – ha spiegato Rosa Pelissero, Presidente del Gruppo Les - Ma continuiamo a raccogliere testimonianze di una convivenza non facile con la malattia. C'è perfino chi chiede se il Lupus sia contagioso. Serve ancora molta informazione", ha sottolineato.
Approfondimento Giornata mondiale del Lupus, sintomi e complicazioni: le terapieRetroSearch is an open source project built by @garambo | Open a GitHub Issue
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