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Amianto, Giornata mondiale in memoria delle vittime: in Italia record morti da mesotelioma
Introduzione
Oggi, 28 aprile, è la Giornata mondiale in memoria delle vittime dell'amianto. Una strage che continua: in dieci anni i morti in Italia sono stati circa 60mila e solo lo scorso anno sono stati 7mila. Il nostro Paese ha superato Germania e Francia e ha il triste record europeo per decessi da mesotelioma, il tumore associato soprattutto all'esposizione all'amianto
Quello che devi sapere I morti
- Nel mondo, secondo i dati rilevati con preoccupazione dall'Onu, sono più di 200mila i decessi per malattie correlate all’amianto. Secondo l'Osservatorio nazionale amianto, si tratta di numeri sottostimati perché non considerano gli Stati “canaglia” che omettono di segnalare e registrare i casi di malattia e morte per amianto e i decessi per esposizione ambientali
Per approfondire: Erionite, la fibra 100 volte più tossica dell'amianto. Dove si trova e perché è nociva
In Italia
- In occasione della Giornata per ricordare le vittime di questa sostanza, che si celebra oggi 28 aprile, il presidente dell'Osservatorio nazionale amianto Ezio Bonanni ha dichiarato: “Sono stati 7mila i morti solo nel nostro Paese nell'ultimo anno. E il bando globale dell'amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d'atto di tutte le Istituzioni"
Per approfondire: Amianto e mesotelioma, in Italia il numero più alto di morti nell’Ue
L’amianto
- L’amianto è stato riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come cancerogeno certo per l’uomo nel 1977. L'Italia ha messo al bando l'amianto nel 1992. “Ma l'amianto non ha ancora messo al bando l'Italia – ha aggiunto Bonanni –. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell'amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime"
Per approfondire: Amianto, 1545 vittime ogni anno in Italia: il report dell'Istituto Superiore di sanità
I lavoratori nel mondo
- Secondo le statistiche dell'Oms, sono circa 125 milioni i lavoratori in tutto il mondo ancora esposti alla sostanza cancerogena e più di 107mila muoiono ogni anno a causa dell'amianto.
La presenza dell’amianto in Italia
- Per quanto riguarda l'Italia, nel 2024 risultavano presenti “40 milioni di tonnellate di amianto all'interno di un milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali e 42 di interesse nazionale. La situazione è ancora più drammatica – ha spiegato l'Osservatorio – in quanto il pericoloso cancerogeno è presente anche negli edifici di 2.500 scuole (stima 2023), all'interno delle quali sono esposti più di 352mila alunni e 50mila soggetti del personale docente e non docente. Ancora: 1.500 biblioteche ed edifici culturali, compresi almeno 500 ospedali (stima per difetto perché la mappatura Ona è ancora in corso), hanno componenti in amianto nelle strutture e negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici"
Le bonifiche
- Da più parti viene spesso richiamata l’attenzione sulla necessità di accelerare con le bonifiche, considerando anche che l’Italia per almeno due decenni è stata tra i maggiori produttori e utilizzatori di amianto. Nel nostro Paese c’è l’obbligo di verificare la presenza di questo materiale negli edifici pubblici, come per esempio le scuole, e alcune leggi regolano le modalità di smaltimento. La rimozione dell’amianto, infatti, deve essere affidata a personale specializzato
Il mesotelioma
- Le malattie correlate all’amianto sono diverse, dai tumori alle cardiopatie. Una delle più note è il mesotelioma maligno, un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini e, appunto, è associato soprattutto all'esposizione all'amianto. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Il nostro Paese ha superato Germania e Francia e ha il triste record europeo per decessi da mesotelioma
- Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all'esposizione all’amianto, materiale utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Dato che di solito intercorrono alcuni decenni tra l'esposizione e l'eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila. Per legge, dato che spesso si tratta di una malattia da esposizione professionale, tutti i casi di mesotelioma vengono segnalati al Registro nazionale mesoteliomi
I numeri
- L'indice di mortalità per mesotelioma è di circa il 93% dei casi. Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini: per motivi professionali, gli operai negli stabilimenti o nei siti militari. Le regioni a maggior rischio sono Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio, che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati
Cos’è
- “Il mesotelioma è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio. Così si chiamano le membrane che rivestono, come una sottile pellicola, gli organi interni”, spiega l’Airc. Come detto, il principale fattore di rischio per il mesotelioma è l'esposizione all'amianto. “Con il termine amianto o asbesto – continua l’Airc – si indica una famiglia di minerali dalla struttura fibrosa, molto resistenti al calore. Le fibre di amianto, oltre mille volte più sottili di un capello umano, possono essere inalate e danneggiare le cellule. Se si depositano nei polmoni, le fibre possono dare origine ad altre malattie come l'asbestosi (una sorta di fibrosi del tessuto polmonare che impedisce la corretta espansione dell'organo) o il tumore polmonare”
I sintomi
- I primi sintomi con cui si presenta il mesotelioma pleurico, il tipo più diffuso (circa 3 casi su 4), sono spesso legati all’accumulo di liquido nella cavità pleurica (versamento pleurico) e – ricorda l’Airc – “sono respiratori: fiato corto (dispnea) e tosse. Possono essere presenti anche dolore nella parte bassa della schiena o a un lato del torace e sintomi più aspecifici, come debolezza muscolare e perdita di peso. Dolore addominale, perdita di peso, nausea e vomito sono, invece, i sintomi più comuni in caso di mesotelioma peritoneale. Il volume dell’addome può aumentare a causa dell’accumulo di liquido nel peritoneo (ascite)”
Chi è a rischio
- La maggior parte dei mesoteliomi riguarda persone che sono entrate in contatto con l’amianto sul posto di lavoro. Ma anche l’esposizione non professionale, per esempio ambientale, all’asbesto e ad altre fibre minerali asbestiformi aumenta il rischio di mesotelioma. “Anche i familiari dei lavoratori esposti all’amianto sono a rischio, dal momento che le fibre di amianto si possono depositare sui vestiti ed essere trasportate dal posto di lavoro a casa, e in tal caso si parla di esposizione passiva. Il periodo di latenza, ossia il tempo che intercorre tra l’esposizione all’amianto e la comparsa del mesotelioma, è molto lungo, circa 40-50 anni. Il rischio aumenta all'aumentare della durata dell'esposizione e della quantità di fibre di amianto inalata”, spiega ancora l’Airc
Per approfondire: Malattie correlate all’esposizione all’amianto, la mappa delle regioni più colpite
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