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Giornata mondiale Cannabis: l'uso sostenibile della pianta di canapa

In Italia il settore della canapa vale un giro d'affari di quasi due miliardi, tra impatto diretto (quasi un miliardo) e indotto (970 milioni). I lavoratori a tempo pieno stimati sono oltre 22mila. Lo affermano i dati di uno studio condotto da Mpg Consulting per l'associazione di categoria Cannabis Sativa Italia, presentato in Parlamento il 2 aprile. Le imprese del settore sono circa tremila. Il 20 aprile è la Giornata mondiale della cannabis, e anche quest'anno si tengono eventi per discutere della sua legalizzazione o liberalizzazione dove il consumo ricreativo non è ancora concesso e per celebrarla dove invece lo è. In Italia, la legge vieta il consumo di cannabis a scopo ricreativo. È però ammesso quello a fini medici: la comunità scientifica è concorde nel riconoscere alla cannabis proprietà benefiche nel trattamento di determinate patologie.

Ne usufruiscono 50 mila pazienti all'anno

Si stima che ogni anno, in Italia, il fabbisogno di cannabis utilizzata a scopo terapeutico abbia raggiunto i 1600kg, da destinare a circa 50mila pazienti. I dati forniti dal Ministero della Salute, secondo le associazioni che si occupano di promuovere l’utilizzo della pianta in ambito medico, sarebbero però sottostimati: un sondaggio dell’estate 2022 del Comitato Pazienti Cannabis Medica ha messo in luce come il 74% degli intervistati abbia dichiarato di non riuscire a reperire con costanza il prodotto.

Dal dolore cronico ai disturbi alimentari

Lo spettro di problematiche per le cui terapie la cannabis può essere utilizzata è ampio, dalla gestione del dolore cronico (non solo oncologico) a quella di disturbi cronici legati ad esempio a lesioni del midollo spinale o della sclerosi multipla. La prescrizione della cannabis a uso medico riguarda poi il trattamento della nausea e del vomito causati da chemioterapia, radioterapia e terapie per HIV. Si può utilizzare la cannabis anche come stimolante dell’appetito nella cura della cachessia e dell’anoressia o per aiutare i pazienti oncologici e quelli affetti da AIDS a mangiare (fonte Ministero della Salute). La cannabis è anche utile per abbassare la pressione delle arterie in caso di glaucoma e per ridurre i movimenti involontari del corpo e del viso per chi ha la sindrome di Gilles de la Tourette.

Le terapie prescrivibili dal 2006

È dal 2006 che in Italia si possono prescrivere terapie a base di cannabis, andando a utilizzare le infiorescenze della pianta, essiccate e macinate, da assumere poi o sotto forma di decotto oppure tramite inalazione. Dal 2013 i neurologi italiani possono anche prescrivere il SativexR, medicinale a base di estratti di cannabis utilizzato specificamente per ridurre gli spasmi dolorosi in chi è affetto da sclerosi multipla

Lo stabilmento chimico farmaceutico militare di Firenze

Nel nostro Paese la cannabis terapeutica proviene tutta da un unico luogo. Nel 2016 è stato lanciato un piano di produzione nazionale presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM), alle dipendenze dall’Agenzia Industrie Difesa (AID). Al progetto collaborano i Ministeri della Difesa e della Salute, così da garantire in linea di principio un accesso sicuro ai medicinali con un prezzo che sfugge alle speculazioni. Prima di allora, tutti i prodotti a base di cannabis venivano dall’estero e in particolare dai Paesi Bassi. Ancora oggi, quando la produzione casalinga non riesce a soddisfare la richiesta, le dosi in più vengono sempre dai produttori olandesi. Dallo stabilimento fiorentino escono essenzialmente due prodotti: Cannabis FM2 e Cannabis FM1. Il primo ha una quantità di THC compresa tra il 5 e l’8% e una quantità di CBD che sta tra il 7,5 e il 12%, il secondo viaggia invece tra il 13 e il 20% di THC ma ha meno dell’1% di CBD.

Il THC e il CBD

Il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) è il principio attivo che per i suoi effetti psicotropi inserisce la cannabis nella lista delle sostanze stupefacenti e ne rende illegale il consumo a scopo ricreativo. Il CBD (cannabidiolo) è invece un composto chimico che per le sue varie proprietà – calmanti, rilassanti, lenitive – viene già impiegato in diversi farmaci e cosmetici, oltre che nel settore alimentare. La distribuzione di Cannabis FM2 e FM1 viene autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis, in seno al Ministero della Salute. La produzione avviene invece in un’officina autorizzata dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). I due prodotti vengono distribuiti alle farmacie sul territorio nazionale, che possono venderle soltanto su prescrizione medica (non ripetibile e quindi da rinnovare ogni 30 giorni) del medico curante, a un prezzo di vendita che al momento è stimato intorno ai 6,88 euro al grammo, al netto dell’Iva. La non ripetibilità della prescrizione, insieme alla difficoltà nel trovare i farmaci, causa spesso ritardi nelle cure dei malati. La prima prescrizione deve essere fatta dentro l’ospedale, poi il paziente può ottenere una ricetta anche dal medico di famiglia. Importante è sottolineare come le prescrizioni per i medicinali a base di cannabis possono essere effettuate solamente se terapie convenzionali si sono già rivelate inefficaci

L'impatto della legge e il picco in Emilia Romagna

E in Emilia Romagna sono in aumento del 27% i pazienti che fanno uso di farmaci a base di cannabinoidi. L’analisi (clausola valutativa) fatta in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli, sull’erogazione da parte del servizio sanitario regionale di farmaci a base di cannabinoidi per finalità mediche è riferita al triennio che va dal 2021 al 2023. La commissione ha analizzato l’impatto della legge regionale 11 del 2014, che disciplina l’uso terapeutico di preparazioni a base di cannabis (terapie, in primis, sul trattamento del dolore). Nel periodo che va dal 2021 al 2023 si è registrato in Emilia-Romagna, infatti, un aumento del 27% di questo tipo di terapie (rispetto al triennio precedente) e i pazienti trattati sono stati 3.446 (di cui 2.394 donne, il 70%), con età media di 60 anni. Le prescrizioni sono state 26.921, con una spesa totale di 3.439.571 euro. I principali farmaci prescritti sono stati Bedrocan (53%), Bediol (22%) e Bedrolite (8,5%). Nello stesso triennio, ma in questo caso in tutta Italia, le segnalazioni di reazioni avverse sono state 39, per la quasi totalità non gravi (solo un caso invalidante). I 39 casi riguardano in maggioranza donne con più di 60 anni.

Approfondimento Cannabis light fuorilegge col decreto sicurezza


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