Nella Cappella Sistina il nuovo Pontefice ha iniziato parlando a braccio nella sua lingua d’origine, l’inglese, e si è rivolto ai suoi “fratelli cardinali”: “Voi mi avete chiamato a portare quella croce e ad essere benedetto con quella missione. E so di poter contare su ognuno di voi per camminare con me mentre continuiamo come Chiesa”. Poi in italiano il commento al Vangelo di Matteo: “Ridurre Gesù a leader o superman è ateismo di fatto”
"Inizierò con una parola in inglese e il resto è in italiano, ma voglio ripetere le parole del Salmo Responsoriale: Canterò un cantico nuovo al Signore perché ha compiuto meraviglie e non solo con me, ma con tutti noi". È iniziato con queste parole, pronunciate nella sua lingua originaria, la prima omelia di Robert Prevost, il nuovo Papa Leone XIV, nella Cappella Sistina alla presenza di tutti i cardinali. "Miei fratelli cardinali - ha proseguito ancora in inglese - mentre celebriamo questa mattina, vi invito a riconoscere le meraviglie che il Signore ha compiuto, le benedizioni che il Signore continua a riversare su tutti noi". E ha aggiunto: "Attraverso il ministero di Pietro, voi mi avete chiamato a portare quella croce e ad essere benedetto con quella missione. E so di poter contare su ognuno di voi per camminare con me mentre continuiamo come Chiesa, come comunità di amici di Gesù, come credenti, ad annunciare la buona novella, ad annunciare il Vangelo, a dire che Cristo è il Figlio del Dio vivente".
Il commento al VangeloL’omelia è poi proseguita in italiano con il commento al Vangelo di Matteo letto durante la celebrazione. “Anche oggi non mancano i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto", ha detto Leone XIV. A conclusione dell'omelia il Pontefice ha poi indicato "un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l'opportunità di conoscerlo e amarlo". E ha concluso: "Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l'aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa".
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