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'La pace sia con tutti voi': le prime parole del nuovo Papa e degli ultimi pontefici in 70 anni
Introduzione
Il celebre annuncio "Habemus Papam", pronunciato dal balcone della Basilica di San Pietro, è uno dei momenti più solenni della tradizione cattolica. Tuttavia, sono le prime parole del Papa appena eletto a rivelare lo spirito e la direzione del suo pontificato. Davanti a 150mila fedeli che hanno riempito le piazze e le vie del Vaticano, Papa Leone XIV si è affacciato dalla loggia delle benedizioni per salutare la folla pronunciando le sue prime parole: “La pace sia con tutti voi”. Ma prima di lui vediamo quali sono state le prime parole degli altri pontefici degli ultimi decenni
Quello che devi sapere Papa Leone XIV e la pace
- Visibilmente emozionato Robert Francis Prevost, 267esimo Pontefice, ha dedicato subito le sue prime parole alla pace: "La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anche io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la Terra. La pace sia con voi. Questa è la pace di Cristo risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio". Appena eletto ha voluto anche ricordare il suo predecessore: “Grazie a Francesco. Aiutateci anche voi a costruire i ponti con il dialogo e con l'incontro, per essere un solo popolo, per essere in pace". Il primo Papa nordamericano ha poi ricordato che oggi è la Madonna di Pompei e ha recitato una Ave Maria con i fedeli
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Giovanni XXIII: tenerezza e umanità
- Negli ultimi settant’anni, i discorsi iniziali dei Pontefici hanno riflettuto non solo il carattere personale del nuovo Papa, ma anche le esigenze, le sfide e le priorità della Chiesa nel loro tempo. Il 28 ottobre 1958 Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, divenne Papa Giovanni XXIII. Si affacciò con un sorriso semplice, ringraziò il popolo romano, benedisse il mondo intero e disse: "Il mio cuore è pieno di commozione". Quel tono familiare e bonario fu il primo segno della rivoluzione pastorale che avrebbe portato al Concilio Vaticano II. Un Papa "di transizione", dissero. Ma le sue parole inaugurarono una nuova stagione di umanità e vicinanza nella Chiesa e s conquistò il soprannome di "Papa buono"
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Paolo VI: servizio e continuità
- Nel 1963, Paolo VI si definì "un umile e fedele servitore della Chiesa universale", mostrando da subito il suo stile sobrio e riflessivo. Il suo compito principale fu portare a termine il Concilio iniziato da Giovanni XXIII, guidando la Chiesa in un’epoca complessa. Dopo Roncalli, il 21 giugno 1963 quando fu eletto Giovanni Battista Montini, che assunse il nome di Paolo VI alla folla disse: "Ci presentiamo a voi con il cuore pieno di trepidazione", e definì se stesso "un umile e fedele servitore della Chiesa universale". La sua missione sarebbe stata quella di portare a compimento il Concilio Vaticano II, indetto dal predecessore, in un'epoca di grandi fermenti politici e spirituali
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Giovanni Paolo I e la semplicità
- Nel 1978, Giovanni Paolo I colpì con la sua spontaneità: "Mi sono trovato nella fossa dei leoni". In soli 33 giorni di pontificato, lasciò un segno profondo per il suo modo affabile e umano di comunicare, meritandosi il titolo di "Papa del sorriso". Il sorriso timido e la voce emozionata di Albino Luciani, eletto il 26 agosto 1978 come Giovanni Paolo I, conquistarono il mondo. Si presentò con tono disarmante: "Mi sono trovato nella fossa dei leoni", disse, alludendo al peso del ruolo appena assunto. Il suo fu il pontificato più breve del Novecento - solo 33 giorni - ma quelle parole rivelavano già la volontà di essere vicino alla gente, con un linguaggio accessibile, quasi familiare
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Giovanni Paolo II: coraggio e globalità
- Karol Wojtyła, primo Papa non italiano dopo secoli, si presentò nel 1978 con umiltà: "Se mi sbaglio, mi corrigerete!". Conquistò i cuori con semplicità e carisma, avviando un lungo pontificato centrato sull’apertura al mondo e la forza della fede. Il 16 ottobre 1978 Karol Wojtyła fece la storia come primo Papa non italiano dopo 455 anni. Dopo l'Habemus Papam, il cardinale polacco arcivescovo di Cracovia si presentò con un sorriso e disse in italiano incerto: "Non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi correggerete!". Quelle parole conquistarono immediatamente la folla. Era l’inizio di un pontificato lunghissimo, mediatico, missionario e globale, che avrebbe segnato la Chiesa e il mondo per oltre 26 anni. Il suo invito a "non avere paura, aprite le porte a Cristo" sarebbe arrivato il giorno dopo, nell'omelia di inizio pontificato, e avrebbe ispirato generazioni. "Siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I - esordì davanti alla folla dei fedeli radunati in piazza San Pietro quel tardo pomeriggio di lunedì 16 ottobre 1978 - Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano... lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’ubbidienza verso Nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima"
Benedetto XVI: rigore e spiritualità
- Nel 2005, Benedetto XVI si definì "un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore", segnalando uno stile più raccolto e teologico rispetto al predecessore. Il suo discorso richiamava la fiducia nella grazia di Dio e nella preghiera dei fedeli. Un riferimento evangelico e sobrio, che rifletteva il carattere ratzingeriano: rigoroso, discreto, ma fedele alla missione della Chiesa. Era un segnale di continuità spirituale, ma anche di una certa distanza dal carisma comunicativo del predecessore. E infine aggiunse: "Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie".
Francesco: una Chiesa che ascolta
- Nel 2013, Papa Francesco ruppe gli schemi con un semplice "Buonasera!", instaurando subito un rapporto diretto e affettuoso con i fedeli. Il primo discorso di Francesco fu un invito al cammino condiviso tra Vescovo e popolo. Mise al centro la fraternità, la preghiera reciproca e la vicinanza ai più fragili. Un inizio che preannunciava il suo impegno per una Chiesa missionaria e misericordiosa. Nessuna formula in latino, nessun discorso preparato. Bergoglio chiese la benedizione del popolo prima di impartire la propria. "Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca", disse il neo pontefice
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