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Conclave, come andò quello del 2013 che portò all'elezione di Papa Francesco in 3 fumate

Quello che devi sapere Il conclave di Francesco

Papa Francesco venne eletto in un conclave durato due giorni. Le votazioni del marzo del 2013 infatti erano iniziate la sera del 12 e terminarono il giorno successivo dopo tre fumate e cinque scrutini. Proprio Bergoglio ha raccontato in due libri molti particolari delle votazioni in conclave e alcuni dettagli "dal di dentro". i due libri sono Spera, un’autobiografia scritta con Carlo Musso, e Life, libro scritto con il giornalista Fabio Marchese Ragona

Cosa ha rivelato Francesco - le congregazioni

Secondo quanto riportato da Bergoglio - come riscostruisce Il Post - lui stesso si considerava un Cardinale influente ma non il favorito. Durante le congregazioni raccontò che il suo fu "un discorso breve, a braccio, di quattro o cinque minuti", che destò "qualche attenzione". "Pensavo fossero gentilezze, riguardi, poco di più. Un cardinale mi si è avvicinato e mi ha detto: Ecco, ci vorrebbe proprio una persona che faccia quelle cose…".

Il conclave del 2013

Il conclave che portò all'elezione di Francesco iniziò il 12 marzo 2013. Nel pomeriggio ci fu la prima votazione, che è sempre anche l’unica della prima giornata. Secondo quanto riporta Francesco nel testo quello della prima giornata è "più o meno di uno scrutinio di cortesia. Uno vota per l’amico, per una persona che stima… Inizia un meccanismo piuttosto noto e consolidato: quando ci sono diversi candidati forti, chi ancora è indeciso, come lo ero io, dà il suo voto a chi sa che non uscirà. Sono sostanzialmente voti “in deposito”, che attendono che la situazione si sviluppi e si dispieghi con più chiarezza".

Il rituale in Cappella Sistina

Sempre secondo quanto ricostruisce Il Post, ogni momento delle votazioni in conclave segue un rituale. "I conclavisti si spostano dal loro tavolo per votare, uno per uno. Inginocchiato davanti all’altare della Cappella Sistina ciascuno dichiara che il suo voto è dato a colui che secondo Dio ritiene debba essere eletto. Poi si alza, mette la sua scheda piegata sul piatto d’argento posto sull’altare, la introduce nell’urna e torna al suo posto".

Il secondo giorno del conclave 2013

Il secondo giorno di conclave del 2013 rappresentò un momento importante, perché al pranzo, dopo due ulteriori scrutini senza esito, l’arcivescovo dell’Avana Jaime Lucas Ortega chiese a Jorge Mario Bergoglio di portargli il testo del discorso tenuto alle congregazioni generali. "Non avevo nessun documento scritto - riferisce Francesco nel libro - così ho ricostruito brevemente ciò che avevo detto, in quattro punti. Ortega mi chiese di poter diffondere il testo e io dissi di sì". Parole che erano una sorta di bozza di programma: la Chiesa chiamata a uscire da sè stessa, il rischio di autoreferenzialità delle istituzioni cattoliche, "quel vivere per darsi gloria gli uni con gli altri" di molti sacerdoti. 

È così che si può creare consenso in un conclave, anche con un gesto o con un episodio singolo. "Alcuni cardinali europei erano seduti a un tavolo - riporta Il Post citando le parole di Bergoglio - e c’era un posto ancora vuoto. Mi chiamano: venga eminenza, venga, si sieda qui con noi. Iniziano a farmi mille domande, di tutti i tipi, sull’America Latina, sulle sue peculiarità, sulla teologia della liberazione… Spiegai i fenomeni. Mi facevano molte domande. Tanto che mi venne da pensare: mah, sembra di fare un esame… E infatti probabilmente era così: mi stavano esaminando, ero io che non l’avevo capito".

Le "voci" nel conclave

Ma quali sono le dinamiche che animano il conclave? Si parla, ci si confronta, si manovra anche politicamente per accreditare o screditare un candidato. O quantomeno porre dubbi sulle sue capacità di essere "pastore".

Nel 2013 un cardinale di lingua spagnola chiese a Bergoglio se fosse vero che aveva un solo polmone: "E io: ma no, mi hanno tolto il lobo superiore, perché avevo tre cisti. E quando è successo? Tanto tempo fa, nel 1957, ho detto. Quel cardinale diventò tutto rosso, disse una parolaccia, strinse i denti e sbottò: Queste manovre dell’ultimo momento! Fu lì che cominciai a capire. Ho capito almeno che c’era il pericolo", racconta Bergoglio.

Il voto decisivo e la fumata (la terza) bianca

La quinta votazione del conclave del 2013 porta alla fumata bianca e all'elezione di Bergoglio come papa Francesco. Il cardinale argentino già al precedente scrutinio (il quarto) arriva a 69 voti, avvicnandosi al quorum di 77, necessario per raggiungere la maggioranza dei due terzi che serve alla sua elezione. Durante l'ultima votazione Bergoglio racconta di un piccolo contrattempo: "Prima di cominciare lo spoglio, venne fuori che c’era una scheda in più: era finita sopra un’altra, durante il voto a qualcuno si erano appiccicati due cartoncini". Fu perciò necessario ripetere la votazione, che fu quella decisiva.


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