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Conclave, cosa mangiano e cosa non potevano mangiare i cardinali riuniti per l'elezione del Papa
Introduzione
Il conclave (LA DIRETTA), momento cruciale per la Chiesa cattolica, non è solo un evento spirituale, ma anche un'occasione in cui l'organizzazione pratica gioca un ruolo fondamentale. Tra gli aspetti meno noti, ma ugualmente regolamentati, vi è l'alimentazione dei cardinali elettori. Scopriamo insieme come si nutrono durante questo periodo di clausura e quali sono le tradizioni e le regole che ne influenzano la dieta
Quello che devi sapere Tra spiritualità e necessità
- Durante il conclave, i cardinali elettori (in questo votazione sono 133) si isolano dal mondo esterno nella Cappella Sistina, seguendo un regime di clausura che include anche precise norme alimentari. L'obiettivo è garantire concentrazione e salute, evitando eccessi e mantenendo un clima di sobrietà. I pasti sono semplici, ispirati alla tradizione italiana, e preparati dalle suore Figlie della Carità di San Vincenzo De' Paoli presso la Domus Sanctae Marthae, la residenza ufficiale dei cardinali durante il conclave
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Il menù quotidiano
- La giornata alimentare dei cardinali è scandita da tre pasti principali. La colazione è leggera, con tè o caffè, pane e marmellata. Il pranzo è più sostanzioso, comprendendo un primo piatto (come pasta o riso con sughi semplici), un secondo di carne bianca o pesce al forno, contorni di verdure grigliate o insalata e frutta fresca. La cena è frugale, simile alla colazione, per favorire un riposo rigenerante. L'acqua è sempre presente, mentre il vino è servito con moderazione e su richiesta. Superalcolici e cibi elaborati sono banditi
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Divieti alimentari: tra sicurezza e tradizione
- Alcuni alimenti sono vietati durante il conclave per motivi di sicurezza e tradizione. Ad esempio, i ravioli e il pollo intero sono stati storicamente proibiti perché potevano nascondere messaggi segreti. Anche gli asparagi sono evitati a causa del loro effetto sull'odore dell'urina, considerato inappropriato in un ambiente con bagni condivisi
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La "Ubi Periculum"
- Le regole alimentari del conclave affondano le radici nella costituzione apostolica "Ubi Periculum", emanata da Papa Gregorio X nel 1274. Questo documento stabiliva norme rigide per il conclave, inclusa la dieta dei cardinali: dopo tre giorni senza elezione, i pasti venivano ridotti a una sola portata al giorno; dopo otto giorni, solo pane e acqua. L'intento era accelerare l'elezione del nuovo pontefice
L'epoca dei fasti culinari
- Nel Rinascimento, il cuoco Bartolomeo Scappi, al servizio dei papi Pio IV e Pio V, descrisse nei suoi scritti le abitudini alimentari dei conclavi dell'epoca. I pasti erano elaborati e serviti con grande attenzione alla presentazione. Tuttavia, anche allora, la sicurezza era una priorità: i piatti venivano controllati dalle guardie e serviti in modo da evitare contatti esterni
Il ruolo del cibo
- Nonostante le restrizioni, i pasti rappresentano momenti di socializzazione tra i cardinali. È durante i pranzi e le cene che possono avvenire scambi di opinioni e discussioni informali, contribuendo alle dinamiche decisionali del conclave. Il film "Conclave" del 2024 ha evidenziato come le conversazioni a tavola possano influenzare le scelte dei cardinali, sebbene con licenze artistiche
I dolci consentiti
- Se il conclave si protrae fino alla domenica, è tradizione concedere ai cardinali un dolce da forno e un bicchiere di vino. Questa concessione rappresenta un momento di sollievo e convivialità. Inoltre, circolano leggende su cardinali che, in passato, avrebbero tentato di introdurre superalcolici di nascosto, come il cognac, nonostante i divieti
Dopo l'elezione del nuovo Papa
- Una volta eletto il nuovo papa e concluso il conclave, i cardinali possono tornare alle loro abitudini alimentari. Alcuni scelgono di festeggiare con un pasto in una delle trattorie romane, gustando piatti più elaborati e brindando alla nuova guida della Chiesa. È un momento di distensione dopo giorni di intensa clausura e riflessione. L'alimentazione durante il conclave, dunque, è regolamentata con attenzione, bilanciando esigenze spirituali, pratiche e di sicurezza. Le tradizioni culinarie si intrecciano con la storia della Chiesa, riflettendo l'importanza del cibo non solo come nutrimento, ma anche come elemento di coesione e cultura.
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