Lo SNAP - Survivors Network of those Abused by Priest - denuncia la mancata presa di posizione e di provvedimenti da parte del nuovo Pontefice in passato, prima a Chicago (quando era capo provinciale per l’Ordine di Sant’Agostino) e poi in Perù, dove era vescovo. Le autorità vaticane hanno però sempre smentito
Lo scorso 25 marzo, poco più di un mese prima che il cardinale Robert Francis Prevost diventasse Papa Leone XIV, il più grande gruppo di supporto americano per le vittime di aggressioni sessuali da parte di preti (lo Snap), aveva sporto denuncia contro di lui in Vaticano, accusandolo di aver insabbiato gli abusi sessuali dei suoi sacerdoti. Nella lettera inviata al Segretario di Stato Pietro Parolin, la presidente del Survivors Network of those Abused by Priest, Shaun Dougherty, esprimeva le sue "serie preoccupazioni" riguardo alla condotta di Prevost, parlando di "azioni od omissioni rivolte a interferire con o a eludere un'indagine civile o canonica, sia amministrativa che penale, nei confronti di alcuni chierici della Diocesi di Chiclayo", accusati appunto di abusi sessuali. Prevost fu vescovo di quella Diocesi, in Perù, dal settembre 2015 al 2023. In un comunicato stampa dell’8 maggio, il giorno della sua elezione a Papa, lo Snap ha messo in luce un altro caso simile, risalente al 2000, quando Prevost era padre provinciale della Provincia Agostiniana di Chicago, negli Usa, la sua città natale. Tutte le accuse a suo carico sono state smentite dalle autorità cattoliche.
Le accuse relative a ChicagoCome capo provinciale per l’Ordine di Sant’Agostino di Chicago, nel 2000 Prevost avrebbe permesso a padre James Ray di vivere nel convento di St. John Stone, nei pressi di una scuola elementare cattolica, nonostante già dal 1991 la sua attività sacerdotale era stata limitata, in quanto accusato di abusi su minori. Lo stesso Ray – come si legge nella ricostruzione della vicenda su The Pillar, sito dedicato alla Chiesa Cattolica - negli anni aveva ammesso di aver portato un ragazzino a dormire nel suo letto, dicendo di non ricordarsi di aver assalito sessualmente il bambino, con il quale però si era “coccolato”. Nel 2002, dopo che la preoccupazione tra la comunità locale era scoppiata, Ray fu trasferito. Nel 2012 venne laicizzato, in seguito a nuove accuse di abusi sessuali. Le accuse a Prevost si concentrano soprattutto sul fatto che a Ray era già stata negata la possibilità di alloggiare in un’altra struttura, sempre della Diocesi di Chicago, proprio perché vicina a un’altra scuola. Gli si contesta poi di essere stato a conoscenza del passato di Ray e di non aver mai parlato della questione, nonostante i tentativi di varie testate di approfondire l'argomento.
Vedi anche Prevost è Papa Leone XIV, cosmopolita e missionario Le accuse relative alla Diocesi di ChiclayoPiù vicine nel tempo le accuse che riguardano la Diocesi di Chiclayo. Nel 2022 tre vittime hanno denunciato mancati provvedimenti da parte di Prevost su presunti abusi sessuali commessi negli anni da sacerdoti di quella Diocesi: Ricardo Yesquén Paiva ed Eleuterio Vásquez Gonzales. Una delle vittime di abusi aveva solamente 9 anni ai tempi dei fatti. La Snap scrive che "Prevost non avviò un’indagine" e che "inviò informazioni inadeguate a Roma". Si sostiene inoltre che la Diocesi permise a uno dei sacerdoti coinvolti "di continuare a celebrare messa" anche dopo la denuncia delle vittime. Una vera e propria indagine sui fatti sarebbe iniziata solamente con il successore di Prevost a Chiclayo, Guillermo Cornejo Monzón.
La versione della Diocesi di ChiclayoÈ sempre sul portale The Pillar che si legge come la versione della Diocesi di Chiclayo sia diversa da quella riferita da Snap. Alle tre vittime sarebbe stato consigliato di rivolgersi a un “centro di ascolto” diocesano, mentre si apriva un’indagine a carico di Gonzáles (che si sostiene essere stato rimosso dal ministero attivo in attesa di risposte). L’altro sacerdote coinvolto si trovava già in casa di riposo. Un rapporto su quanto denunciato sarebbe stato inviato al Dicastero per la Dottrina della Fede (Ddf) in Vaticano nel luglio del 2022. Le vittime si rivolsero alle autorità civili alla fine dello stesso anno, non contente della gestione del caso da parte della Diocesi. Nel 2023 la giustizia civile archiviò per mancanza di prove e per prescrizione del reato. La decisione fu girata dalla Diocesi al Ddf. Nel frattempo, Prevost era arrivato a Roma, nominato da Papa Francesco prefetto del Dicastero per i Vescovi. Nell’agosto del 2023 anche il Ddf chiuse le indagini, principalmente sulla base di quanto deciso dai giudici civili in Perù. Il caso, come detto, è stato poi riaperto a Chiclayo, dal successore di Prevost. Vásquez ha ammesso gli abusi – cosa che prima non era successa, secondo la Diocesi – ed è stato allontanato. Le informazioni sono state nuovamente girate al Vaticano.
Vedi anche Robert Francis Prevost, il nuovo Papa è già nella TreccaniISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24
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