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Ursula von der Leyen al Congresso Ppe a Valencia: 'I dazi un danno per tutti, dobbiamo impedirlo'

"I mercati globali sono scossi dall'imprevedibile politica tariffaria dell'amministrazione statunitense. I dazi statunitensi sul resto del mondo sono ai massimi da un secolo a questa parte. Le tariffe sono come le tasse. Fanno male sia ai consumatori che alle imprese. Colpiscono sia Wall Street che Main Street. Milioni di cittadini dovranno fare i conti con un aumento della spesa. Le medicine costeranno di più". Queste le parole di Ursula von der Leyen, intervenuta al Congresso dei Popolari a Valencia, pronunciate facendo implicito riferimento alle parole utilizzate da Donald Trump sulle tariffe Usa. "Non possiamo e non dobbiamo permettere che questo accada", ha aggiunto la Presidente della Commissione Europea. Tra l'altro, i delegati del Partito popolare europeo hanno riconfermato Manfred Weber come presidente alla chiusura del primo giorno del Congresso. Dei 563 voti validi, 502 sono stati favorevoli e 61 contrari, portando il consenso per il politico bavarese all'89% della platea dei votanti.

Importante che l'Europa sia "affidabile e prevedibile"

"Ogni crisi è anche un'opportunità. Le nostre aziende hanno bisogno dei mercati globali. In questo momento di crisi, è importante che l'Europa sia affidabile e prevedibile. Abbiamo già la più grande rete di accordi di libero scambio, con 76 Paesi in tutto il mondo. Ora il mondo del commercio si sta rivolgendo a noi", ha aggiunto Von der Leyen. "Dall'anno scorso abbiamo concluso una nuova ondata di accordi commerciali, dal Mercosur al Messico alla Svizzera. Stiamo lavorando con l'India e l'Indonesia, con gli Emirati e la Thailandia, con le Filippine e la Malesia e con il Pacifico. Tutti vogliono trattare con noi. Perché siamo equi, affidabili e rispettiamo le regole. Manteniamo quindi la rotta, a mente fredda e uniti. Perché questo è ciò che siamo. Questo è il modo europeo di commerciare", ha rimarcato. 

"Sostegno a Weber, Ppe è partito leader in Ue"

La presidente della Commissione Ue ha poi fatto riferimento al Ppe. "Abbiamo ottenuto una vittoria clamorosa alle elezioni europee. Siamo di gran lunga il gruppo più numeroso del Parlamento europeo. La leadership di Roberta (Metsola, ndr) le ha permesso di ottenere un meritato secondo mandato. E abbiamo uno dei più grandi gruppi del Ppe mai avuti alla Commissione europea. È bello vedere così tanti di voi qui". "Caro Manfred - ha detto poi rivolgendosi al leader Weber, riconfermato alla guida del partito - hai reso forte il Ppe. E un Ppe forte significa un'Europa forte. Quindi hai il mio pieno sostegno per guidarci per un altro mandato come Presidente del Ppe", ha sottolineato.  

Gli estremisti "non sono per la pace ma per Putin"

Tra i temi trattati da Von der Leyen anche quello relativo alla guerra in Ucraina. "I cittadini dell'Unione sono in grandissima parte favorevoli alla spinta per una difesa dell'Europa. Ma l'estrema sinistra e l'estrema destra si sono sempre opposte a questa idea. E ora di nuovo, dalle frange, alcuni cercano di boicottare questo risveglio europeo. Dicono che la Russia non è una minaccia e che l'Europa non è la risposta. Voglio essere chiara. Solo una Ue forte può proteggere la pace nel nostro continente. L'estrema sinistra e l'estrema destra non sono a favore della pace. Sono solo a favore di Putin", ha riferito. "Abbiamo visto tutti come Putin negozia. Solo due settimane fa, la Domenica delle Palme, ha lanciato missili balistici contro le persone che andavano in chiesa. Ha dimostrato più e più volte di non essere affidabile, e che può solo essere dissuaso. Per una pace giusta e duratura, dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina. Con maggiore sostegno militare e finanziario. Con maggiore pressione sulla Russia. E sì, con un percorso chiaro affinchè l'Ucraina possa entrare nella nostra Unione".

Il tema dei migranti

Quindi, nel suo discorso, la numero uno della Commissione Europea ha parlato anche di migranti. "La migrazione è una sfida comune europea, che richiede una soluzione comune europea. In primo luogo, dobbiamo controllare il numero di arrivi: siamo noi europei a decidere chi viene in Ue e non i trafficanti. Poi dobbiamo attuare un nuovo Patto per la migrazione: dobbiamo fare meglio sul fronte dei rimpatri". E ancora: "Non è possibile che solo il 20% di coloro che non hanno diritto di asilo lascino effettivamente l'Europa. È una percentuale troppo bassa e non riusciamo a spiegarla ai nostri cittadini", ha concluso. 

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