Molto museo e un po' anche albergo a 5 stelle, il Macam, Museo d'Arte Contemporanea Armando Martins, da qualche giorno si è aggiunto alla geografia artistica di Lisbona: suddiviso in 4 gallerie, conserva centinaia di opere. Lo abbiamo visitato per la rubrica FLASH
Da qualche settimana, Lisbona si è arricchita di un nuovo museo. Si chiama Macam, Museo d’Arte Contemporanea Armando Martins e prende il nome dal collezionista che ne è il proprietario. Il sig. Armando è un uomo amabile, abile conversatore, innamorato dell’Arte sin da quando era un giovanotto. Una cinquantina d’anni fa ha cominciato a collezionare, talvolta – come ci ha raccontato lui stesso nel giorno dell’inaugurazione del Macam - senza avere, a quel tempo, disponibilità di danaro per saldare la compravendita ("poi, però, ho pagato tutti", ci dice sorridendo). Grazie alla sua attività di imprenditore immobiliarista è riuscito a creare un impero e a mettere insieme una splendida collezione, talmente bella e ricca da fare invidia. La cosa interessante del Macam, di questo luogo che consta di quattro gallerie e di un hotel da 64 stanze, è che lo si può visitare sia se si è ospiti dell’albergo, sia pagando un biglietto a parte. Con tale biglietto si può entrare al museo ed è possibile fare un lungo giro tra i tanti lavori in esposizione permanente.
Alla direttrice, Adelaide Ginga, abbiamo chiesto di raccontarci la genesi del museo e quali tesori conserva al suo interno.
Nelle quattro gallerie presentiamo – più o meno – 214 lavori. Questa è la grande hall, come noi la chiamiamo per via della sua altezza. Nella terza galleria abbiamo una mostra, entrambe le gallerie presentano soltanto opere d'arte di questa collezione. Nella terza galleria abbiamo un’esposizione sul concetto di Antropocene, che è un concetto scientifico che è cresciuto nel corso degli ultimi decenni ed è diventato più forte, nel senso di analizzare e definire qual è il ruolo dell’essere umano nella Natura e quali sono state le conseguenze di questo ruolo. Stiamo presentando un gruppo di lavori in un dialogo tra artisti portoghesi e internazionali, in tre nuclei quando per contestualizzare l’uomo e il pianeta Terra nel cosmo, perché è importante che capiamo che siamo solamente una goccia in uno scenario più grande. La seconda parte della mostra presenta altre opere che ci fanno comprendere quale sia stata la nostra azione o il nostro concetto, le conseguenze ecologiche del nostro comportamento durante gli ultimi decenni e secoli. La maggior parte dei filosofi e dei teorici pensa che inizi principalmente durante la Rivoluzione Industriale.
Courtesy of MacamChe tipo di percorso avete scelto, per la collezione?
Il percorso, nella mostra permanente, nella prima galleria, è cronologico, perché mostra solamente l’Arte portoghese, dalla fine del XIX secolo fino al 1980 – più o meno. Le altre gallerie non sono cronologiche, in tal senso organizzano la mostra in approcci tematici. La quarta galleria sulla guerra, realtà, finzione e mito è un’organizzazione soltanto tematica e non cronologica. Tutti gli artisti sono importanti, perché tutti loro fanno la differenza quando noi presentiamo una mostra: quelli più conosciuti e quelli che lo sono meno. Quando iniziano a dialogare è ciò che fa la differenza, quando presentiamo una proposta artistica. In ogni caso abbiamo davvero artisti importanti, a cominciare da Ólafur Elíasson, qui, nella grande Hall e Marina Abramović.
Courtesy of MacamChe tipo di esperienza offre il museo e come si augura che si possa collocare, nel sistema dell'Arte di Lisbona?
Spero davvero che per il visitatore possa essere un’esperienza diversa. Desideriamo che il museo sviluppi una relazione con il pubblico, più vicino del solito, grazie al nostro programma di mediazione dei pubblici. Ci aspettavamo che la gente veda l’Arte Contemporanea con meno distanza e con minore difficoltà. Vogliamo davvero avvicinarci alle persone e specialmente anche i nostri vicini, la nostra comunità è una comunità piuttosto storica, nei dintorni ci sono i vecchi vicini e abbiamo questo hotel all'interno. È anche un’esperienza diversa, perché la collezione e il museo, in un certo modo, si estende all’hotel. Così la gente può stare, può dormire nel museo. Tutte le camere hanno opere d’Arte, opere d’Arte originali della collezione. Le persone possono dormire con esse e avere un’esperienza di relazione privata nell’hotel anche con la collezione. Noi vogliamo veramente essere una casa, una casa anche per ospitare altre collezioni private. Una delle gallerie in futuro sarà dedicata solamente a ricevere altre collezioni private, portoghesi e internazionali, che non hanno uno spazio. È questo senso che porta a riportare al pubblico opere d'arte che erano state immagazzinate o chiuse nelle case per lungo tempo, come è successo con la collezione di Armando Martins. Così noi diamo, vogliamo dare quella possibilità e vogliamo portare le persone più vicine all’Arte Contemporanea, dentro l’esperienza di vivere in un museo. I musei sono veramente uno dei posi più fantastici nella nostra Società, dovrebbero essere vissuti e non con l’idea che è una vecchia moda, che andiamo al cellulare e vediamo l'Arte. No, non è virtuale. Qui non è virtuale, è reale. Tu non puoi avere la stessa esperienza. È molto diverso quando vieni al museo e vedi la vita reale, l’Arte reale, dal vivo. È quella situazione di unione, per unire l’Arte al pubblico e far capire loro che, grazie all’Arte, abbiamo molte altre prospettive del mondo nel quale viviamo e abbiamo altre connessioni e altre conoscenze che qualche volta sono completamente differenti dai libri, dalle informazioni, dai giornali o quant’altro.
Courtesy of MacamAd Armando Martins chiediamo cosa rappersenti per lui l'Arte e perché abbia deciso di aprire il Macam
L'arte è una droga, una buona droga (ride). Quando tu vedi qualcosa che ti piace, un dipinto o una scultura, fai di tutto per averla e non smetti di desiderarla fino a che non la ottieni. A differenza di un libro, che devi leggere in alcuni casi per moltissime pagine per sapere come si evolve, come va a finire, un'opera d'Arte ha una lettura immediata; la guardi e ti suscita una serie di riflessioni e ogni volta che la guardi scopri qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevi notato prima. Ho deciso di dare vita al Macam perché mi piace moltissimo l'idea che tutti possano vedere la mia collezione, avvicinarsi alle opere d'Arte, conoscere artisti dei quali magari non sapevano l'esistenza e appassionarsi alla Pittura, alla Scultura. Il palazzo l'ho comprato nel 2007 e fino al 2018 non avevo pensato di trasformarlo in un museo. Poi, ho deciso che sarebbe stato il luogo dove conservare la mia collezone e dove le persone potevano venire per vederla. Inoltre, l'hotel sarà di supporto al Macam, servirà anche per finanziarne la manutenzione, la conservazione e - perché no? - lo sviluppo. I miei figli e i miei nipoti potranno continuare a gestire il Macam e l'hotel; questo è un bellissimo regalo che ho fatto loro e credo che lo sia anche per la città di Lisbona.
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