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Giornata libro e diritto autore: perché per chi scrive è importante tutelarsi

Esplora tutte le offerte Sky Giornata mondiale del diritto d’autore 2025: perché è importante tutelarsi

23 apr 2025 - 07:00 14 foto

©IPA/Fotogramma

In occasione del World Book and Copyright Day, una panoramica su come funziona il copyright sulle opere letterarie e saggistiche e sulle nuove sfide poste dall'intelligenza artificiale

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Il 23 aprile si celebra a livello internazionale la Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’autore, un’occasione per ricordare l’importanza della lettura e dei libri nella società. Non è una data casuale, perché si lega alle biografie di scrittori celebri che hanno segnato la storia della letteratura. Il 23 aprile del 1616 morirono il peruviano Garcilaso Inca de la Vega, lo spagnolo Miguel de Cervantes e l’inglese William Shakespeare.  

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Nacquero, invece, in questo giorno del 1899 Vladimir Nabokov e nel 1902 l’islandese Halldór Laxness, Premio Nobel nel 1955. L’International Book day rappresenta anche un momento di riflessione sulla professione di autore e in particolare sul copyright. Come funzionano i diritti d’autore sulle opere letterarie?

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Partiamo con una premessa. Tutte le opere nascono da un’ispirazione creativa nei vari ambiti artistici: dalla musica al cinema passando per il teatro fino alla letteratura... L’idea che c’è dietro è tutelata dal diritto d’autore, anche quella che porta alla produzione e alla stesura di un romanzo, un racconto, un saggio. I diritti d’autore si dividono in patrimoniali e morali. 

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Quelli patrimoniali sono i diritti esclusivi dell’autore di sfruttare economicamente la sua opera e di realizzare quindi un profitto, mentre quelli morali riguardano la paternità dell’opera e il riconoscimento dell’autore come creatore dell’opera.

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Tra i diritti patrimoniali troviamo il diritto di pubblicazione, riproduzione, esecuzione, rappresentazione o recitazione in pubblico, trascrizione, comunicazione al pubblico, di noleggio e prestito e quello a ricevere un compenso economico sul prezzo di ogni vendita successiva alla prima cessione dell’opera. Quelli morali sono diritti inalienabili, imprescrittibili e irrinunciabili che possono essere rivendicati indipendentemente dai diritti patrimoniali. 

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Oltre a essere riconosciuto come autore dell’opera, lo scrittore può opporsi a eventuali deformazioni e pretendere che l’opera resti integra, senza modifiche e distorsioni che possano danneggiare il proprio lavoro o la propria reputazione. I diritti patrimoniali non hanno scadenza.  

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Vediamo alcune strade per assicurarsi che il diritto d’autore sulla propria opera sia riconosciuto e garantito. Un primo passo può essere registrarlo alla SIAE, Società italiana degli autori e degli editori, depositandone una copia corredata da una dichiarazione di paternità. Il deposito è valido per 5 anni, alla scadenza dei quali è necessario rinnovarlo. Un altro metodo è invece la spedizione via Pec del libro o con raccomandata con ricevuta di ritorno. Esistono poi dei software online come Patamu, che protegge dal plagio le opere. 

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Passiamo alla fase due. Quando l’autore si affida a una casa editrice stipula un cosiddetto contratto di edizione. L’autore può decidere di rinunciare a tutti o a parte dei diritti patrimoniali. L’editore, invece, fa un investimento sull’opera per un ritorno economico. I diritti morali spettano all’autore come garanzia affinché l’opera rimanga integra. In cambio di questa cessione, viene ricompensato attraverso un royalty, ovvero la percentuale che l'editore deve all'autore di un'opera per esemplare venduto. In altri casi, si riceve una somma concordata.  

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Il diritto d'autore è spesso un terreno accidentato. Ci sono casi di conflitti sul copyright che sono saliti alla cronaca. Il bestsellerista americano Dan Brown fu accusato di aver copiato la trama del suo romanzo campione di incassi, “Il Codice Da Vinci“, da un saggio del 1982 firmato da Michael Baigent e Richard Leigh. I due autori intentarono la causa sostenendo che il romanziere statunitense avesse ricalcato la tesi dal loro lavoro di ricerca.

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Dan Brown ebbe la meglio nel 2010, anche se i giudici inglesi riconobbero che avesse effettivamente preso in prestito alcuni elementi dal saggio del 1982. Del resto, lui stesso aveva ammesso di aver letto quel libro. Tuttavia, secondo il tribunale non si trattò di una caso di violazione di copyright. Questa vicenda ci fa capire che il discorso è particolarmente complesso, perché le contaminazioni di idee sono inevitabili e occorre valutare caso per caso l’eventuale infrazione.  

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Con l’avvento e la diffusione dell’AI le cose si sono ulteriormente complicate. I sistemi di intelligenza artificiale hanno infatti bisogno di “allenarsi” e per farlo devono continuamente acquisire ed elaborare una enorme mole di dati e contenuti. Vengono dati in pasto a questi modelli anche libri, romanzi, saggi. Sono stati aperti in tutto il mondo contenziosi legali contro le principali aziende del settore. Si sta ancora cercando di trovare delle soluzioni per tutelare il diritto d’autore e allo stesso tempo non ostacolare lo sviluppo delle nuove tecnologie.

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Negli ultimi tempi sono nate delle piattaforme come Created by Humans che mette in contatto gli sviluppatori dei sistemi AI e gli scrittori, ponendosi tre obiettivi: il controllo su come il lavoro degli scrittori viene utilizzato dalle aziende di intelligenza artificiale, l’accertamento dell’accuratezza delle citazioni e l’ottenimento di compenso per l’utilizzo del lavoro letterario. Molti scrittori sono scesi in campo a colpi di manifesti e documenti programmatici per sollecitare l’intervento dei legislatori.  

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Anche l’Unione europea ha cercato recentemente di intervenire in materia.  Il 12 luglio 2024, nella Gazzetta dell’Ue, è stato pubblicato il testo definitivo del Regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act), che punta a un quadro giuridico unitario per disciplinare lo sviluppo, il funzionamento e l’utilizzo dei sistemi di AI. Uno degli ambiti in cui cerca di fare ordine è proprio quello del diritto d’autore. Il paragrafo 5 si intitola Trasparenza dei dati usati dall’IA e copyright.

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Si legge nel documento: “Al fine di aumentare la trasparenza sui dati utilizzati nelle fasi di pre-addestramento e addestramento dei modelli di IA per finalità generali, compresi testo e dati protetti dalla normativa sul diritto d’autore, è opportuno che i fornitori di tali modelli elaborino e mettano a disposizione del pubblico una sintesi sufficientemente dettagliata dei contenuti utilizzati per l’addestramento del modello di IA per finalità generali…”.  

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