La guerra dei dazi di Donald Trump per ora ha trovato una tregua, almeno per quanto riguarda il fronte europeo (GLI AGGIORNAMENTI LIVE). Sia Washington che Bruxelles hanno sospeso per 90 giorni l’applicazione delle tariffe reciproche. Questo non significa però che in Europa non ci sia apprensione: i dazi sono stati al centro della discussione dell’Eurogruppo che si è riunito oggi, 11 aprile. La presidente della Bce, Christine Lagarde, promette che Francoforte continuerà a monitorare la situazione, con la Banca centrale che resta pronta “a utilizzare gli strumenti a sua disposizione” per far fronte alle incertezze commerciali. E il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis avverte: tutte le contromisure, compresa la tassa sulle Big Tech, restano sul tavolo, in attesa di vedere cosa farà la Casa Bianca tra tre mesi. Non ci sarà invece una sospensione completa del Patto di stabilità, come già nel Covid, per i possibili sconvolgimenti nel commercio internazionale: "La clausola generale richiede una grave recessione economica nell'Ue o nell'area dell'euro. Ora una tale condizione non è soddisfatta. Stimiamo ancora una crescita economica nell'Ue, anche tenendo conto dell'effetto dei dazi di Trump".
"Ora dialogo serio con Usa"Dal vertice informale di Varsavia si sottolinea come la pausa di 90 giorni crei le condizioni “per un dialogo serio e costruttivo con gli Usa" e, dice il ministro delle Finanze polacco, Andrzej Domański, tutti i Paesi sono d'accordo "sul mantenimento di una posizione europea unita".
Dombrovskis: “Usa i più colpiti dai loro stessi dazi”Il commissario Dombrovskis ricorda comunque che restano ancora applicabili le tariffe del 10% imposte da Washington verso tutti i Paesi importatori e che non sono state sospese nemmeno le aliquote del 25% su acciaio e alluminio e su auto e parti di automobili. “La natura di questi sviluppi in rapida evoluzione rende difficile valutarne l'impatto sulle prospettive economiche dell'Ue. Ma ciò che è chiaro - e su cui anche i ministri nella riunione odierna hanno concordato - è che saranno gli Stati Uniti stessi i più colpiti dalle tariffe". L’imposizione dei dazi, dice il commissario, andrà infatti a colpire il potere d'acquisto e i salari reali dei consumatori, “rendendo più costosi i beni intermedi importati per la produzione”. Senza contare “l'ulteriore perdita di fiducia degli investitori negli Stati Uniti l'economia aggraverebbe ulteriormente il suo impatto negativo sul Pil". Anche tenendo conto dei dazi di Trump, in Ue si stima "ancora una crescita economica".
Vedi anche Tajani da Nuova Delhi: "India partner prioritario contro i dazi" I conti sul PilEcco quindi che, secondo le ultime simulazioni con un modello sull'impatto dei dazi statunitensi, "il Pil degli Stati Uniti si ridurrebbe dallo 0,8 all'1,4% entro il 2027. L'impatto negativo sull'Ue sarebbe inferiore a quello degli Stati Uniti, circa lo 0,2% del Pil. Se i dazi fossero confermati permanentemente le conseguenze economiche saranno negative del 3,1-3,6% per gli Usa e 0,5%-0,6% per l'Ue, l'1,2% per il Pil mondiale, mentre il commercio globale diminuirà del 7,7% tra tre anni", dice Dombrovskis.
Dombrovskis: "Dazi a Ue contro ogni logica politica ed economica"Guardando nello specifico ai rapporti tra Europa e Stati Uniti, Dombrovskis evidenzia come i dazi vadano "contro la logica politica ed economica di una partnership commerciale transatlantica profonda e di lunga data, del valore di 1.600 miliardi di euro nel 2023”, che sarebbe “la più grande partnership commerciale e di investimento al mondo”. Non sorprende dunque che “i mercati finanziari globali hanno già reagito male a questi sviluppi con una massiccia volatilità e vendite negli ultimi giorni”. Per questo, promette Dombrovskis, “da parte della Commissione, continueremo a monitorare da vicino gli sviluppi finanziari nei giorni e nelle settimane a venire”. L’obiettivo ideale è chiudere un negoziato con un risultato “reciprocamente accettabile”, motivo per cui l’Ue ha “offerto tariffe zero per zero per i beni industriali”.
Resta in campo la tassa sulle Big TechNel caso in cui i negoziati non funzionassero, come già ribadito più volte, l’Ue è pronta a prendere le contromisure necessarie. Tra queste anche l’eventuale tassa sulle Big Tech, nonostante i timori della Germania sul punto, che mette in luce come manchino in Ue valide alternative. “Data la struttura del nostro commercio con gli Usa, con un surplus commerciale nei beni e un deficit commerciale nei servizi, ovviamente dobbiamo anche considerare il lato dei servizi, compresi i servizi digitali. È importante avere un risultato equilibrato in termini di rischi e sfide", ha detto Dombrovskis.
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