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Evasione fiscale, 60% è recidivo per più di 10 anni. Pesano multe e bolli auto non pagati
Introduzione
Il magazzino della riscossione è in costante crescita e in gran parte è formato da recidivi. Chi non paga talvolta si trova in una situazione difficoltà, ma c'è anche una buona parte di incorreggibili: più di 6 contribuenti su 10 hanno cartelle non pagate per più di 10 anni. L'Agenzia delle Entrate-Riscossione fornisce nuovi dettagli sulla mole di debiti che il Fisco non è ancora riuscito a riscuotere: un carico contabile residuo che sfiora i 1.280 miliardi e coinvolge circa 22,3 milioni di contribuenti. Una fotografia fornita dal direttore dell'Agenzia, Vincenzo Carbone, in audizione nei giorni scorsi al Senato.
Quello che devi sapere Sette miliardi in un mese
- Il dato sui carichi fino al 31 gennaio 2025 conferma il trend di crescita: in un solo mese quasi 7 miliardi in più, che portano il totale del residuo da riscuotere dal 2000 a 1.279,8 miliardi. Una montagna di debiti, che però difficilmente verranno riscossi: "Circa il 40% dell'importo" è considerato di "difficile recuperabilità", ha detto Carbone, spiegando che sulla consistenza del magazzino incide anche il fatto che ogni anno circa 5.500 diversi enti affidano mediamente 33 milioni di singoli crediti da riscuotere per un totale di oltre 82 miliardi di euro, riferibili a circa 10,4 milioni di contribuenti.
Per approfondire: Debiti Fisco, superata quota 1.865 miliardi. Upb: "Rottamazione alimenta attesa condoni"
Solo il 20% paga subito dopo aver ricevuto la notifica
- L'analisi dei numeri restituisce un altro dettaglio non di poco conto: l'"elevata recidività dei soggetti con carichi iscritti a ruolo". "Gran parte" del magazzino è infatti "formato da recidivi", ha spiegato Carbone: il 60%, cioè oltre 13 milioni di contribuenti, è recidivo in almeno 10 differenti annualità, quindi "non è che ha 10 cartelle ma potrebbe avere 10 cartelle per anno". Inoltre, guardando ai circa 10 milioni di contribuenti destinatari ogni anno di cartelle di pagamento, avvisi di addebito o accertamento esecutivo, è recidivo oltre il 77%, che risulta avere già avuto iscrizioni a ruolo nei tre anni precedenti. Del resto, solo il 20% degli atti notificati annualmente viene regolarizzato nel periodo immediatamente successivo alla notifica. Un ulteriore 25% trova definizione nei successivi 4/5 anni, solo dopo l'avvio di procedure di recupero, ovvero a seguito di rateizzazione. Mentre oltre il quinto anno successivo alla notifica le percentuali degli atti che vengono regolarizzati risultano "decrescenti e marginali".
Per approfondire: Fisco, tasse e multe non pagate: sulle cartelle oltre 155mila cause
Multe e bolli auto
- Un peso non indifferente ce l’ha il settore della mobilità. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore - che ha analizzato i dati della memoria depositata in commissione Finanze al Senato -, si parla di 10,8 milioni di cartelle all’anno per un totale di 4,4 miliardi di euro divisi fra multe e bolli auto non pagati. Nel caso dei bolli si tratta di 6,8 milioni all’anno, per un valore che ogni 12 mesi si attesta in media a 1,75 miliardi.
Per approfondire: Multe stradali, quali Comuni hanno incassato di più nel 2024?
L’efficacia delle rottamazioni
- Negli ultimi anni le rottamazioni che si sono succedute con l'obiettivo di un progressivo smaltimento del magazzino "non hanno inciso significativamente" sulla sua riduzione. Con la quater tuttora in corso sono stati riscossi 12,2 miliardi al 31 dicembre 2024: se i contribuenti con piani rateali proseguiranno a pagare regolarmente l'impatto sul magazzino è stimato in un massimo di circa 38,5 miliardi.
Per approfondire: Rottamazione quater, come compilare la domanda e quali errori evitare
I dubbi sulla nuova rottamazione
- Guardando invece alla nuova rottamazione oggetto del ddl della Lega all'esame del Senato, anche l'Agenzia delle Entrate conferma i dubbi sollevati già da Corte dei Conti, Upb e Dipartimento Finanze del Mef. Nel mirino c'è l'anomalia del meccanismo che consente di non pagare fino a 7 rate senza incorrere nella 'decadenza': "Potrebbe determinare, a breve e medio termine, effetti finanziari negativi", ha avvertito Carbone, che vede anche "il rischio di un utilizzo strumentale" della misura da parte dei debitori e l'aumento dei "già elevati tassi di 'decadenza'" registrati nelle precedenti rottamazioni
Gap fra Nord e Sud per la riscossione dei Comuni
- La Corte dei Conti invece ha fornito un’analisi alla Commissione parlamentare sul Federalismo fiscale relativa alle entrate dei principali tributi comunali che, nell'ultimo triennio, mostrano una situazione di sostanziale stabilità. Ma la capacità di riscossione da parte dei Comuni non è sempre adeguata e soprattutto non è uniforme sul territorio nazionale, mostrando differenze notevoli tra Nord e Sud, che diventano gap quasi incolmabili se quelli da incassare non sono crediti immediati ma relativi ad anni precedenti
Il confronto
- Per quanto riguarda le riscossioni del titolo I, quelle per le spese correnti necessarie per il funzionamento quotidiano dell'amministrazione, i Comuni del Nord-Est presentano percentuali medie complessive poco inferiori al 73%, il Nord-Ovest del 68%, mentre nel Centro, nel Sud e nelle Isole non raggiungono il 50%. I livelli di incasso in conto competenza sono un po' più alti e superano l'82% nel Nord-Est e il 78% nel Nord-Ovest. Sono superiori al 70% nel Centro e nel Sud (rispettivamente 73,2% e 71,4%) mentre nelle Isole si attestano intorno al 61%. La capacità di riscossione, evidenziano i magistrati contabili, si riduce notevolmente quando si osservano i crediti provenienti da esercizi precedenti. La percentuale degli incassi generata da residui attivi raggiunge il 40% al Nord (42,8% al Nord-Est e 39,9% al Nord-Ovest), il 20% al Centro e nelle Isole, mentre scende al 18% al Sud
Imu e Tari in calo
- Guardando in dettaglio all'Imu e alla Tari, pilastri della fiscalità comunale, nel 2023 si registra un'inversione del trend di crescita della capacità di riscossione - ossia del riscosso rispetto all'accertato - sebbene gli incassi, in termini assoluti, siano in aumento. La riscossione dell'Imu passa dal 93% circa del 2022 all'87% circa nel 2023. La riscossione della Tari mostra un calo dell'1,7%. "La riscossione dei principali tributi locali - spiega la Corte dei Conti - è resa complessa dalla scarsa conformazione all'obbligo fiscale connessa alla situazione economica dei contribuenti e anche dalla ridotta capacità di accertamento, imputabile a profili organizzativi non adeguati. Si origina così un tax gap tra i tributi effettivamente versati e quelli teoricamente dovuti".
Per approfondire: Tari 2025, esenzione tassa rifiuti: a chi spetta e come funziona
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