La Procura di Catania ha indagato il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, dopo la videochiamata durante un live al collega Niko Pandetta, detenuto in Calabria dal 2024. L'accusa è illecito a dispositivi e favoreggiamento mafioso. Vietato per lui tornare a Catania per quattro anni
Il rapper Baby Gang, nome d’arte di Zaccaria Mouhib, è stato sottoposto a una perquisizione da parte della polizia di Lecco su mandato della Procura di Catania. L’artista è indagato per accesso indebito a dispositivi di comunicazione in concorso con un detenuto, reato aggravato dall’agevolazione mafiosa. L’operazione si è svolta nella località di Calolziocorte, in provincia di Lecco, in coordinamento con la Questura etnea.
Videochiamata con un detenuto durante un concerto a CataniaSecondo gli inquirenti, Mouhib avrebbe violato le prescrizioni legate alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli vietava di recarsi a Catania. Tuttavia, nella notte del 2 maggio si è esibito sul palco della manifestazione musicale “One Day Music”, tenutasi in uno stabilimento balneare del capoluogo siciliano. Durante l’evento, avrebbe effettuato una videochiamata, tramite telefono cellulare, con il rapper Vincenzo Pandetta, detto Niko, attualmente detenuto presso il carcere di Rossano (Cosenza).
Sequestri e divieto di ritorno a CataniaNel corso della perquisizione, le forze dell’ordine hanno sequestrato uno smartphone che sarà sottoposto nei prossimi giorni ad accertamenti forensi. A Baby Gang è stato inoltre notificato un foglio di via obbligatorio, emesso dal Questore di Catania, che gli vieta di dimorare nella città etnea per i prossimi quattro anni.
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