In tantissimi a dare l’ultimo saluto a Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo (CHI ERANO), i tre giovani uccisi nella sparatoria avvenuta nella piazza di Monreale, a dieci chilometri da Palermo, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 aprile. Una folla commossa si è radunata dentro e fuori il Duomo per partecipare alle esequie e stringersi attorno alle famiglie. Nonostante la presenza di migliaia di persone, almeno un centinaio è rimasto fuori dalla cattedrale. Le tre bare bianche sono state accolte da un lungo applauso. Per seguire la cerimonia sono stati allestiti due maxi schermi nelle due piazze per consentire alla folla dietro le transenne di assistere alla funzione. A presiedere la cerimonia l’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi.
"Essere qui, davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo, ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza: non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana. Pare che nessun luogo o comunità possa essere immune da un tale contagio di violenza", ha riferito Gualtiero Isacchi, l'arcivescovo di Monreale, nel corso dell'omelia per le tre vittime della sparatoria avvenuta nella cittadina del Palermitano. "Dobbiamo compiere una decisa e radicale inversione di marcia. Ma da dove partire? - ha aggiunto l'arcivescovo - Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza?". "Care mamme Antonella, Giusi e Debora; cari papà Mario, Giacomo ed Enzo; cari Claudia, Marco, Giusi, Giuseppe, Ignazio, Sabrina, Marika e Gabriel Ignazio; cari nonni, famigliari tutti, insieme con voi piange tutta Monreale. Piangono, pure, tanti uomini e donne - genitori, figli, educatori - che da tutta Italia hanno fatto giungere il cordoglio e la partecipazione al nostro dolore e alla nostra preghiera", ha continuato l'arcivescovo. "Il perdono è un'azione potente che taglia la strada all'ingiustizia - ha sottolineato -, spezza la catena della violenza e offre la possibilità, a tutte le vittime del sistema violento, di convertirsi e di riprendere in mano la propria esistenza”.
Le indagini sui complici di CalvarusoIl fermo di Salvatore Calvaruso, 19enne del rione palermitano dello Zen, accusato della strage, è stato convalidato ieri dal gip di Palermo. Le indagini proseguono per identificare i complici. Uno dei complici sarebbe un giovane che viaggiava a bordo di una moto Bmw Gs nero vecchio modello. Un ragazzo alto un metro e 90 con la barba folta. Con lui sulla moto ci sarebbe stato il secondo armato di pistola che avrebbe preso parte alla sparatoria insieme a Calvaruso. I testimoni hanno raccontato che chi sparava "era basso e magro mentre il conducente alto circa un metro e novanta, con barba folta e nera, entrambi indossavano il casco". "Posso dirvi che sono stati esplosi molti colpi d'arma da fuoco quasi in simultanea, ciò mi ha fatto pensare che ci fossero più armi. Un mio amico ha sentito dire al conducente del Bmw al passeggero di non mirare in aria ma di sparare proprio sulla folla", ha raccontato una dei testimoni sentiti dai carabinieri. Si ipotizza che il gruppo palermitano coinvolto fosse composto da una decina di persone, già viste altre volte in quella piazza.
Intanto, per domenica sera è stata organizzata una fiaccolata a Palermo in memoria delle vittime. L'appuntamento è alle 21 in piazza Verdi davanti al teatro Massimo. A organizzare la manifestazione il comitato Kalsa, il circolo Vivi Ballarò, l'Oratorio Vivo, il comitato piazza Magione, associazione Identità Giovane, e Idea e Azione. Hanno aderito una ventina tra parrocchie e confraternite.
Leggi anche Sparatoria Monreale, gip convalida fermo del 19enne indagatoRetroSearch is an open source project built by @garambo | Open a GitHub Issue
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