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Sparatoria Monreale, Salvatore Caruso, il 19enne indagato confessa, ma non risponde al gip

Salvo Calvaruso, il 19enne accusato di aver ucciso tre ventenni durante una sparatoria a Monreale, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip, ma ha reso dichiarazioni spontanee ammettendo di aver sparato. In serata fiaccolata per ricordare le tre vittime della sparatoria

Salvatore Calvaruso ha reso oggi dichiarazioni spontanee davanti al gip di Palermo: avrebbe ammesso di avere sparato diversi colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica, dopo una rissa nel centro di Monreale. Il 19enne accusato di aver ucciso tre ventenni, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip, che quindi non ha potuto fare domande all'indagato.  Il gip non ha ancora deciso sulla convalida.

Le dichiarazioni spontanee

Nelle sue dichiarazioni ha ribadito di essere "dispiaciuto" e ha datola sua versione dei fatti: ha detto di essere stato aggredito con caschi e bottiglie dopo una animata discussione con dei ragazzi che lo accusavano di guidare in modo spericolato e di essere stato buttato giù dalla moto. Calvaruso ha aggiunto di aver cercato di scappare, di essere stato raggiunto e colpito e solo allora di aver preso la pistola e sparato.

"È stata una udienza drammatica interrotta più volte. Il ragazzo ha pianto ed è distrutto. Sa benissimo cosa ha fatto", dice il legale Corrado Sinatra che precisa che il cliente è incensurato, ha un lavoro e la sera della rissa prima di andare a Monreale aveva lavorato come tutti i giorni. Caruso ha dunque ribadito - stavolta in maniera formale, con l'assistenza di un difensore - di essere tra i responsabili della morte dei cugini Andrea Miceli e Salvatore Turdo, di 25 e 23 anni, e Massimo Pirozzo, di 25. 

La fiaccolata

Nel corso della serata, tra l'altro, è partita dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso di Monreale  la fiaccolata in ricordo dei tre giovani uccisi. Al termine della messa, celebrata da don Nicola Gallo, centinaia di persone, tra cui tanti amici di Andrea Salvo e Massimo hanno iniziato a camminare silenziosamente. Andrea e Salvo facevano parte della Confraternita del Santissimo Crocifisso di Monreale. "Dovevano partecipare nei prossimi giorni alla processione - racconta Salvatore Brisciano, segretario della Confraternita - E oggi siamo qui a ricordarli. Non riusciamo a crederci". Don Nicola Gallo, il parroco della Cattedrale, ha raccontato sconsolato: "Non ci sono parole che possano consolare". Gli amici dei giovani hanno indossato delle magliette bianche con le foto dei ragazzi uccisi.

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