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Omicidio via Randaccio, Dawda Bandeh fermato e rilasciato poche ore prima dai carabinieri

All’alba di Pasqua, Dawda Bandeh era stato sorpreso su un balcone vicino alla stazione Centrale. Un residente se l’era trovato davanti intorno alle 5.45 del mattino e aveva chiamato i carabinieri, che lo avevano denunciato per violazione di domicilio. Poche ore dopo è stato trovato dal proprietario di casa nell’abitazione dove lavorava Angelito Acob Manansala, 61 anni, strangolato all’interno dell’appartamento

A che ora è entrato nell’abitazione, come ha agito e quanto tempo è rimasto nella casa dopo l’omicidio per rubare eventuali oggetti di valore: sono questi gli interrogativi a cui le indagini dovranno rispondere per fare piena luce sull’uccisione di Angelito Acob Manansala, 61 anni, collaboratore domestico filippino di un cittadino israeliano residente a Milano da anni. L’uomo è stato strangolato a morte il giorno di Pasqua all’interno della casa in cui lavorava. È indagato per l'omicidio Dawda Bandeh, 28enne gambiano, arrestato sul posto. Nella stessa mattinata di domenica, poche ore prima dell’omicidio, Bandeh era stato fermato dai carabinieri dopo essere stato sorpreso su un balcone nei pressi della Stazione Centrale. Come riporta il Corriere della Sera, un residente se l’era trovato improvvisamente davanti alle 5.45 del mattino: l’intervento dei militari aveva portato a una semplice denuncia per violazione di domicilio, non essendoci furto né flagranza di reato.

Le indagini: la dinamica dell'omicidio

Dopo essere stato rilasciato dalla caserma Montebello, Dawda Bandeh si è diretto a piedi verso via Randaccio, nel cuore della zona Arco della Pace. Lì, all’interno di una villa, Angelito Acob Manansala lavorava da anni come collaboratore domestico. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano il 28enne mentre scavalca il muretto di cinta e si introduce nell’abitazione. Aveva visto la vittima uscire di casa con il cane e ne avrebbe approfittato per entrare e iniziare a rovistare nei cassetti. Stando a quanto ricostruito, quando la vittima è rientrata in casa, si sarebbe trovata di fronte all’intruso. Non è chiaro se abbia avuto il tempo di reagire. Secondo il medico legale, il 61enne sarebbe stato strangolato. Dopo averlo ucciso, l’aggressore non è fuggito, ma è rimasto all’interno dell’appartamento per diverse ore. A trovare il corpo è stato il proprietario di casa, 52enne, rientrato da una settimana di vacanza alle 18.08. Aprendo la porta ha trovato il domestico a terra e Bandeh ancora intento a rovistare nei cassetti. Ha poi richiuso la porta senza farsi notare e ha chiamato il 112. Gli agenti arrivati sul posto sono entrati nell’abitazione. Il 28enne ha tentato di aggredirli. Solo grazie all’uso del taser da parte di un ispettore è stato possibile bloccarlo e arrestarlo.

Il giorno prima un altro furto

Anche il giorno precedente, sabato, Dawda Bandeh era stato fermato dalle forze dell’ordine. A intercettarlo erano stati gli agenti di una Volante, intervenuti dopo il furto di un ombrello e di un paio di jeans da un balcone in zona Porta Romana. Anche in quell’occasione, il 28enne era stato denunciato a piede libero per furto e poi rilasciato.

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