Showing content from https://tg24.sky.it/cronaca/2025/04/19/codice-strada-droghe-guida-consulta below:
Website Navigation
Codice strada, riforma all’esame della Consulta su droghe alla guida: cosa può cambiare
Introduzione
La riforma del Codice della strada, entrata in vigore lo scorso dicembre, continua a far discutere. In particolare l'articolo 187 riformulato ha introdotto una stretta sull’uso delle sostanze stupefacenti o psicotrope: è sufficiente risultare positivi al test e non è più necessario essere trovati alla guida in uno stato di alterazione psico-fisica. La norma è ritenuta controversa: va incontro alla sospensione della patente anche chi non ha guidato in stato di alterazione, ma ha assunto sostanze nei giorni precedenti.
Quello che devi sapere Cosa dice la norma
- L’articolo del Codice è ora rinominato “Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti” mentre prima era titolato “Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti”. Sono stati eliminati i riferimenti nel testo allo “stato di alterazione psico-fisica”. Significa che chi ha assunto sostanze psicotrope (nelle quali rientrano anche vari medicinali) può essere sanzionato indipendentemente dall'effettivo stato di alterazione. Una modifica che è stata vista da diversi esperti come una forzatura giuridica a rischio di dichiarazione di incostituzionalità dalla Consulta.
Per approfondire: Codice della strada, come funzionano i test per la cannabis e dopo quanto si può guidare?
Le specifiche
- Da subito era stato chiarito che la norma non comprende nella fattispecie i consumatori di cannabis terapeutica, con il ministero dei Trasporti che ha poi elaborato una circolare per fare chiarezza sul punto, senza prevedere divieti assoluti di guida: "I pazienti dovranno continuare a seguire quanto già oggi riportato nei prontuari terapeutici e riferirsi alle indicazioni del proprio medico curante”, si è chiarito.
Per approfondire: Codice della strada, cosa succede a chi fa uso di cannabis a scopo medico?
Il caso di Pordenone
- Secondo quanto riporta Adnkronos, il Tribunale di Pordenone ha mandato gli atti alla Corte costituzionale perché si pronunci sulla correttezza della decisione – operata con la recente riforma del codice della strada (l. n. 177/2024) – di eliminare dall’art. 187 (“Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti”) il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica del conducente”.
I dubbi di legittimità
- Il tribunale di Pordenone si è mosso in riferimento al caso di una signora fermata alla Vigilia di Natale del 2024 mentre guidava dopo aver assunto sostanze oppiacee in un momento precedente alle 24/72 ore rispetto all’incidente stradale. Su sollecitazione della stessa Procura, il tribunale ha deciso di sollevare questione di legittimità costituzionale: secondo i giudici nella modifica legislativa ci sono vari profili di incostituzionalità.
Cosa dice l’esperto
- L’Adnkronos ha contattato l’avvocato Guido Stampanoni Bassi, direttore della rivista Giurisprudenza Penale. “Lo stesso pubblico ministero aveva detto che era possibile ‘escludere ragionevolmente che la signora si fosse posta alla guida in uno stato di alterazione psico-fisica’, visto che l’assunzione era temporalmente datata”, spiega l’avvocato. “Eppure si era comunque proceduto nei suoi confronti, dal momento che, a seguito della modifica del 2024, ‘il lasso temporale intercorso tra l’assunzione e la guida è un dato oggi del tutto irrilevante’. In pratica, a seguito della riforma, la sanzione penale ‘è oggi fondata sul mero riscontro della situazione di positività ad una sostanza, senza che sia necessaria o richiesta anche un’indagine sul fatto che la sostanza assunta abbia, effettivamente, alterato le capacità psico-motorie dell’assuntore nel momento in cui si è posto alla guida’. Insomma, dice, è “più che lecito domandarsi se l’intervento legislativo fosse effettivamente teso a rafforzare la sicurezza stradale o, al contrario, a punire la mera positività all’uso di sostanze stupefacenti”.
Quali sono le osservazioni del tribunale
- “Secondo il tribunale - continua Stampanoni Bassi - sembra ‘manifestamente irragionevole e iniquo ritenere necessaria e sufficiente, ai fini della penale responsabilità, la mera positività del soggetto ad una determinata sostanza stupefacente, senza effettuare alcuna indagine sugli effetti di tale dato sulla capacità di guida’. Così facendo, infatti, ‘viene sanzionata penalmente anche la condotta del soggetto che, non riportando alcuna sintomatologia ricollegabile all’avvenuta assunzione, si pone alla guida senza provocare alcun pericolo di lesione all’incolumità stradale e la sicurezza dei suoi utenti’’’. Tra i vari parametri costituzionali invocati dal Tribunale, spicca quello di “offensività”, il quale risulterebbe violato dalla logica punitiva – riscontrabile nella modifica legislativa – del cosiddetto ‘diritto penale d’autore’, teso più a sanzionare la disobbedienza in quanto tale che una condotta che abbia effettivamente creato un pericolo. Per il tribunale, spiega l’avvocato, “sarebbero ravvisabili anche problemi di pura e semplice comprensione su quali siano i comportamenti sanzionati, non essendo state fornite ai cittadini ‘chiare indicazioni su come distinguere ciò che è lecito da ciò che è illecito’, con la conseguenza che ‘chi abbia assunto per qualsiasi ragione sostanze stupefacenti o psicotrope viene esposto ad uno stato di obiettiva e insuperabile incertezza circa la rilevanza penale della sua futura condotta di guida’. Anche perché, nella versione precedente, la necessità di accertare la sussistenza dello stato di alterazione psicofisica comportava l'onere, in capo al giudice, di accertare che la condotta del soggetto rappresentasse un pericolo”.
La circolare del ministero
- Di recente, l’11 aprile, è arrivata intanto una circolare del Ministero dell’Interno sulle procedure di accertamento tossicologico-forense per la verifica della condizione di guida. O dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, oppure sotto l’influenza di alcol (articoli 186, 186-bis e 187). Indica istruzioni per Prefetture, Polizia, Carabinieri, medici e infermieri. E ci sono i diritti degli automobilisti. In particolare, le direttive specificano criteri chiave per le cosiddette droghe leggere e per i farmaci.
Per approfondire: Codice della strada, come funziona il test salivare e cosa cambia
Cosa ha detto la Cassazione
- A gennaio intanto la Corte di Cassazione è intervenuta sulla validità dei test antidroga. Con la sentenza n. 2020/2025 (che si riferisce a fatti commessi nel vigore della precedente disciplina) ha messo in discussione alcuni aspetti della riforma, chiarendo che il solo esame delle urine non è sempre affidabile e ha indicato l’esame del sangue come il metodo principale per stabilire se una persona stia guidando sotto l’effetto di droghe. Questo è fondamentale per stabilire se l’alterazione psicofisica del conducente sia effettiva e immediata. La Cassazione ha sottolineato anche che, per valutare l’effettiva alterazione psicofisica di un conducente, è necessario un controllo globale del suo comportamento. Gli agenti delle forze dell'ordine devono considerare anche fattori come la coordinazione dei movimenti, l’eloquio e lo stato emotivo della persona.
Per approfondire: Vasco contro Salvini su nuovo Codice strada. Il ministro: si confronti con parenti vittime
TAG:
RetroSearch is an open source project built by @garambo
| Open a GitHub Issue
Search and Browse the WWW like it's 1997 | Search results from DuckDuckGo
HTML:
3.2
| Encoding:
UTF-8
| Version:
0.7.3