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Naufragio Costa Concordia, Francesco Schettino rinuncia alla richiesta di semilibertà

Doveva tenersi oggi, davanti al tribunale della Sorveglianza di Roma, l’udienza per decidere se concedere o meno la semilibertà all'ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni di reclusione per la tragedia del Giglio. “Questa mattina abbiamo rinunciato perché ci sono state difficoltà con la proposta lavorativa”, ha detto la sua avvocata, Francesca Carnicelli. Schettino è detenuto a Rebibbia e “può usufruire di permessi per uscire dal carcere”

Francesco Schettino ha rinunciato alla semilibertà. Doveva tenersi oggi, davanti al tribunale della Sorveglianza di Roma, l’udienza per decidere se concederla o meno all'ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni di reclusione per la tragedia del Giglio. L’udienza era prevista il 4 marzo, ma è slittata all'8 aprile perché è cambiato il giudice relatore. Oggi, poi, l'annuncio della rinuncia. "Questa mattina abbiamo rinunciato perché ci sono state difficoltà con la proposta lavorativa che era stata sottoposta al tribunale di Sorveglianza di Roma. Il procedimento è stato chiuso, il tribunale si è pronunciato con il non luogo a provvedere", ha detto l'avvocata di Schettino, Francesca Carnicelli. "La rinuncia è stata fatta da Schettino, la decisione di chiudere questo procedimento è arrivata da lui perché non c'erano più le condizioni. In futuro, se ci risaranno i presupposti per poterla proporre di nuovo, lo faremo. Lui oggi può usufruire di permessi per uscire dal carcere", ha aggiunto la legale.

La richiesta di semilibertà di Schettino

Schettino, attraverso la sua avvocata Paola Astarita, tempo fa aveva presentato una istanza nella quale chiedeva di potere accedere al regime di semilibertà. L’ex comandante è detenuto a Rebibbia e ha maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative al carcere. "Io mi auguro che vinca non il mio assistito ma il diritto", aveva detto nelle scorse settimane Astarita. Erano state fissate diverse udienze, tutte rinviate per approfondimenti da parte dei giudici.

Vedi anche Costa Concordia, slitta ad aprile udienza su semilibertà per Schettino

Il naufragio della Costa Concordia

Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, è recluso nel carcere di Rebibbia dal 13 maggio 2017, dopo la sentenza che lo ha condannato per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono dell'imbarcazione. Il 13 gennaio 2012, nel naufragio della nave di fronte all'Isola del Giglio, hanno perso la vita 32 persone e centinaia sono rimaste ferite: Schettino aveva deciso di cambiare rotta e avvicinarsi alla costa per un "inchino" di fronte al centro abitato, ma alle 21.47 la Costa Concordia ha colpito uno scoglio e ha iniziato ad affondare.

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La vicenda giudiziaria

La vicenda giudiziaria è iniziata pochi giorni dopo il disastro, il 16 gennaio, quando Schettino è stato arrestato. Il comandante è finito prima in carcere e poi ai domiciliari. In quei giorni è stata anche diffusa la telefonata tra Schettino e il capitano della Capitaneria di Livorno Gregorio De Falco: l'ordine di quest'ultimo a Schettino, quel "vada a bordo, c...." mentre il comandante era già sceso dalla nave, ha fatto il giro del mondo. Il 5 luglio dello stesso anno sono stati revocati i domiciliari e per Schettino è rimasto l'obbligo di dimora a Meta di Sorrento. Il 20 dicembre 2012 si sono chiuse le indagini: 8 gli indagati, compreso Schettino.

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Le accuse

Per Schettino le accuse erano di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave e omessa comunicazione dell'incidente alle autorità marittime. Il 22 maggio 2013 il gup l’ha rinviato a giudizio, revocando l'obbligo di dimora. A luglio le prime condanne: cinque coimputati hanno patteggiato pene tra un anno e 6 mesi e due anni e 10 mesi. Il 15 febbraio 2015 è arrivata per Schettino la condanna a 16 anni, confermata anche dalla corte d'appello di Firenze. La sentenza è diventata definitiva il 12 maggio 2017 in Cassazione. Nell'ambito del processo, Costa Crociere ha patteggiato una sanzione da un milione di euro.

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Schettino a Rebibbia

Schettino si è costituito nel carcere di Rebibbia e da allora non ha fatto quasi più trapelare notizie, dichiarazioni o informazioni. Durante la reclusione ha mantenuto una condotta che gli ha consentito di usufruire di permessi premio e di un lavoro all'interno del carcere. Dal 2020 ha lavorato alla digitalizzazione di alcuni processi. Nel caso in cui fosse stata concessa la semilibertà, avrebbe potuto lasciare il carcere durante il giorno per un lavoro esterno.

Vedi anche Costa Concordia, la telefonata de Falco-Schettino: "Vada a bordo, c.."

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