Secondo quanto riferito da "Il Corriere della Sera" e confermato da fonti informate all'Ansa, il velivolo sarebbe passato sopra il Joint Research Centre della Commissione europea, che ha lanciato l’allarme. Inoltre poco distante ci sono stabilimenti di Leonardo, azienda leader del settore della difesa nazionale
Un drone di sospetta origine russa avrebbe sorvolato per cinque volte nell'ultimo mese il Joint Research Centre (JRC), il grande centro di ricerca della Commissione europea che ha sede a Ispra, sul Lago Maggiore, in provincia di Varese. La notizia, anticipata da Il Corriere della Sera, è stata confermata all'Ansa da fonti informate. Il Joint Research Centre della Commissione europea ha avviato un progetto di ricerca relativo agli aspetti della sicurezza dei droni. Inoltre, spiega il quotidiano, a poca distanza ci sono stabilimenti di Leonardo, azienda leader del settore della difesa nazionale. Sulla vicenda, apprende l'Ansa da fonti giudiziarie, sta indagando il pool antiterrorismo della Procura di Milano, diretta da Marcello Viola. Le indagini saranno affidate ai carabinieri del Ros. È questo, secondo quanto si apprende, l'orientamento della Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, che dopo una prima recente segnalazione ha aperto un fascicolo 'modello 45', senza indagati né ipotesi di reato.
Indagine con fattispecie di reato sarà aperta domaniSoltanto dopo le prime verifiche e una riunione tra inquirenti e investigatori che si terrà domani, sarà iscritto un fascicolo con ipotesi di reato, che potrebbe essere quello di spionaggio. Ad occuparsi dell'inchiesta, con il procuratore Viola, saranno l'aggiunto Eugenio Fusco e il pm Alessandro Gobbis. Quest'ultimo nelle scorse settimane ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori di 34 e 60 anni, titolari di una società immobiliare in Brianza, che si sarebbero messi a disposizione, anche in cambio di criptovalute, per una presunta attività di "spionaggio" per l'intelligence russa. Al momento non risultano collegamenti tra questo procedimento e i presunti sorvoli del drone di sospetta origine russa nella zona di Ispra, ma saranno effettuate delle verifiche.
Il parere degli espertiLa segnalazione sui cinque passaggi del drone, spiega Il Corriere della Sera, è arrivata proprio dal centro di ricerca europeo che ha un sistema di "rilevamento sperimentale di velivoli sconosciuti". Secondo gli esperti il drone sarebbe di fabbricazione russa e potrebbe essere stato dotato di telecamere e strumentazioni in grado di effettuare riprese dettagliate e mappature tridimensionali. "Dopo quei ripetuti sorvoli - scrive Il Corriere - il velivolo a comando remoto non si è più ripresentato e non avrebbe lasciato tracce".
“Massima cautela” sull’origine del drone: modello ha autonomia limitataAl momento c’è “massima cautela” sia sulla dinamica dell’episodio sia sulla reale provenienza del drone segnalato. È quanto hanno riferito fonti di sicurezza che seguono il caso del drone. Difficile pensare, secondo quanto indicato dalle fonti, a droni in grado di viaggiare dalla Russia all'Italia. Non risultano al momento testimoni oculari. Il drone sarebbe stato intercettato da un sistema di rilevazione di radiofrequenze che avrebbe indicato un apparecchio di fabbricazione russa. Tuttavia, si tratterebbe di una tipologia con autonomia limitata, il che suggerirebbe un possibile decollo da un’area relativamente vicina al luogo del presunto sorvolo. Appare dunque complicata al momento l'attribuzione dell'azione alla Russia o ad altri attori statali. Gli accertamenti proseguono, e anche il Copasir sarebbe orientato ad acquisire maggiori elementi prima di disporre approfondimenti sul caso.
Approfondimento Ucraina, cosa sono i droni-esca russi usati negli attacchi a sciame Le reazioni della politicaIl caso scuote anche la politica. Diversi partiti hanno annunciato interrogazioni parlamentari a cominciare da Forza Italia, che pretende "chiarezza", affinché "si sappia nel dettaglio cosa sia successo", visto che "il tema della sicurezza nazionale è un elemento essenziale da preservare rispetto ad influenze straniere, in un momento particolare come questo a livello internazionale. L'Italia - prosegue FI - è un grande paese produttore ed anche esportatore di tecnologie militari. Questa vicenda dimostra che è essenziale investire anche in tecnologie moderne per garantire la nostra sicurezza, la riservatezza delle informazioni e, soprattutto, delle immagini del nostro territorio nazionale". A chiedere in tutte le sedi istituzionali preposte e competenti "informazioni specifiche, a tutela della sicurezza nazionale e delle produzioni strategiche italiane", è anche Italia Viva. Un'interrogazione ai ministri dell'Interno e della Difesa sarà inoltre Più Europa: "Se consideriamo accadimenti passati come il naufragio sul Lago Maggiore di uomini dei servizi segreti italiani ed israeliani e la fuga dagli arresti domiciliari nel Milanese di Artem Uss, il figlio di un oligarca putiniano, dobbiamo riscontrare un inquietante proliferare di accadimenti legati all'operato di servizi segreti stranieri in Lombardia, sui quali il governo dovrà riferire", sostiene il deputato radicale Benedetto Della Vedova.
Leggi anche Gli agenti 007 italiani annegati nel Lago Maggiore erano in missione Cos'è il Joint Research CentreIl Joint Research Centre dell'Ue di Ispra, paese di 5mila abitanti sulla riva sinistra del Lago Maggiore, rappresenta il terzo centro ricerche più grande della Commissione europea dopo Bruxelles e Lussemburgo. Fondato nel 1957 per fornire alle politiche dell'Ue un sostegno basato sull'evidenza scientifica, in piena indipendenza da interessi nazionali, commerciali o privati, è ora considerato uno dei principali campus di ricerca in Europa ed è dotato di numerosi laboratori e infrastrutture all'avanguardia. Sono numerosi gli ambiti in cui lavora il personale del sito, tra cui la sicurezza nucleare, l'efficienza energetica, il cambiamento climatico e lo spazio. Uno dei suoi laboratori è il cosiddetto WaterLab, che grazie ad attrezzature avanzate analizza l'acqua per determinare se contiene sostanze chimiche dannose per la salute o per l'ambiente. Un altro laboratorio è lo European solar test installation (Esti), un centro di ricerca attivo già dagli anni '70 in prima linea per definire gli standard europei e mondiali del fotovoltaico. In una sala di crisi (Ecml) gli scienziati monitorano i possibili disastri naturali e supportano gli Stati sia nella gestione delle emergenze sia per provare ad anticipare un disastro prima che accada. Qui gli scienziati si occupano, anche attraverso l'utilizzo dei satelliti del programma Copernicus, di studiare terremoti, incendi, esondazioni e frane per cercare di limitare i danni che possono causare sulla popolazione.
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