A 13 anni è stata 'bombardata' di insulti, offese pesantissime e istigazioni all'odio. "Bruciamola", hanno scritto in chat, accostando l'espressione al suo nome. Vittima di cyberbullismo - come riporta l'edizione modenese de Il Resto del Carlino - una studentessa, appena 13enne, della città emiliana. A porre fine ai comportamenti delle compagne di classe, che lo scorso anno frequentavano la seconda media, è stata la Polizia postale. "Mia figlia" - ha spiegato la madre al quotidiano - "ha gusti particolari, si veste in modo diverso, ascolta musica diversa e questo probabilmente ha influito. Ma non è stata accettata dagli altri probabilmente anche per una questione di 'genere'". Un tema particolarmente delicato che rimanda, col pensiero, alla vicenda di Andrea Spezzacatena, il ragazzo oggetto di bullismo e cyberbullismo omofobo che si tolse la vita a soli 12 anni nel 2012 e la cui storia è divenuta un film, 'Il ragazzo dai pantaloni rosa', riconosciuto come uno dei messaggi più importanti per le nuove generazioni.
La Polizia in classe dopo la denuncia della madreNel caso modenese a ricomporre la situazione è stata la Polizia postale che, a seguito della denuncia-segnalazione presentata dalla famiglia dell'adolescente, si è recata nella classe teatro degli atti di bullismo per parlare agli studenti, ponendoli dinanzi alla realtà dei fatti e spiegando loro la pericolosità del cyberbullismo per chi lo vive e chi lo commette. L'odio, quello più subdolo, quello che agisce più a fondo, pare fosse legato al modo di essere, di vestire della ragazzina, così come alle sue preferenze musicali e di genere. "Bruciamola, ha gusti orribili, meglio vederla soffrire dissanguata. Fai schifo, ti odio, fai pena....", scrivevano le compagne di classe su 'Helopal', che dà la possibilità di inviare e ricevere risposte anonime. La giovane aveva scoperto di essere la destinataria di quei messaggi di odio, quasi di istigazione al suicidio. Accanto a ogni insulto, offesa, c'era proprio il suo nome . "È accaduto tutto lo scorso anno" - racconta ancora la mamma - "mia figlia era convinta che quei messaggi indirizzati a lei fossero stati scritti dalle compagne di classe e abbiamo scoperto che effettivamente la responsabile era proprio una di loro. Mia figlia l'ha vissuta malissimo, si è isolata dalla classe". Le ragazzine pare avessero preso di mira la 13enne poiché ritenuta diversa dal gruppo: con una vena particolarmente artistica, una passione per temi forse più profondi rispetto alla sua età, un modo di vestire più sbarazzino ma, soprattutto, senza una chiara identità di genere. I genitori della 13enne si sono quindi rivolti agli altri genitori e alla collaboratrice di classe. "Tutti sono stati molto collaborativi e ci hanno supportato ma, subito dopo, ci siamo rivolti alla Polizia postale per sporgere denuncia. La denuncia non è andata avanti poiché la Polizia postale ha preferito parlare direttamente ai ragazzi. Ora la situazione è molto migliorata".
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