30 nov 2020 - 07:00 17 foto
©AnsaAll'ultimo gradino della classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma c'è Foggia, che prende il posto di Agrigento. Milano scende al 45esimo posto, ma è prima per reddito e ricchezza
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Come ogni anno torna la classifica di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma sulla qualità della vita nelle province italiane. Quest'anno l'analisi ha tenuto conto della pandemia con i territori più colpiti dalla prima ondata che perdono più posizioni. Al vertice della lista c'è Pordenone
Le città più care secondo il The Economist2/17 ©Ansa
Una sorta di staffetta tra la prima e la seconda provincia con la miglior qualità della vita rispetto allo scorso anno. Al secondo posto c'è Trento, risultata prima nel 2019. La seconda classificata torna però prima per quanto riguarda l'ambiente e l'istruzione e formazione
Il Besta di Milano tra i migliori ospedali di neurologia al mondo4/17 ©Fotogramma
Padova dall'undicesima posizione è salita alla quarta
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Il salto positivo più alto spetta però ad Ascoli Piceno che è passata dalla 37esima alla quinta posizione. La provincia guida anche la classifica per quanto riguarda i reati e la sicurezza. In questo campo Ascoli è seguita da Nuoro, Treviso e Oristano, mentre ultima è Rimini per il terzo anno consecutivo
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Per qualità della vita all'ultimo posto si piazza Foggia
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Mantiene la sua posizione, al penultimo gradino della classifica, Crotone
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Agrigento, invece, sale di due posti e da ultima diventa terz'ultima per qualità della vita
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Tra le province più colpite dalla pandemia che hanno perso posizioni c'è Bergamo, che scende dal 26esimo posto dell'anno scorso al 40esimo di quest'anno. Lodi indietreggia di 37 posizioni, Milano di 16, Piacenza di 41, Cremona di 46. In definitiva, la qualità della vita è risultata buona o accettabile in 60 su 107 province italiane. Dai dati si desume inoltre che circa il 42,5% della popolazione italiana, era circa il 44% lo scorso anno, vive in territori contraddistinti da una qualità della vita scarsa o insufficiente
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Il gruppo di province caratterizzate da un livello di qualità della vita insufficiente è composto quest'anno esclusivamente da province dell'Italia meridionale e insulare. Il che significa che la qualità della vita di oltre il 60,1% della popolazione residente nel Mezzogiorno è al di sotto di livelli considerati accettabili. Deludono anche le grandi aree urbane, come Milano che scende alla 45esima posizione
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Roma è invece in risalita e si ferma al 50° posto, dal 76° dello scorso anno
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In discesa Torino che si posiziona al 64° gradino dal 49°
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Napoli è in coda, 103esima, mentre lo scorso anno era terzultima
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Bologna e Bolzano guidano la classifica per quanto riguarda affari e lavoro. Il capoluogo emiliano è anche al secondo posto per reddito e ricchezza e istruzione e formazione. (Nella foto: Bologna)
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Riguardo alla sicurezza sociale, quest'anno sono stati considerati indicatori utili a catturare l'effetto determinato dall'attuale crisi pandemica come la variazione nella mortalità e l'incidenza dei casi registrati di Covid-19. La provincia che quest'anno apre la classifica è Imperia, con un balzo di 89 posizioni, seguita da Benevento, Ascoli Piceno e Fermo. Le province del Sud tornano a figurare nel gruppo di testa, invertendo una tendenza consolidatasi nelle passate sette edizioni. Nel gruppo di coda Bergamo, Lodi, Sondrio e Cremona
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Isernia è al primo posto per tutto ciò che è relativo al sistema salute, seguita da Terni, Cagliari e Catanzaro. Le posizioni di coda vedono 6 città dislocate nel Nord-Ovest: Cuneo, Vercelli e Asti; Como; Imperia e La Spezia. Anche il Nord-Est figura nel gruppo di coda con 6 province, fra cui Trento; Vicenza e Treviso; Trieste e Gorizia; Reggio Emilia
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Siena si conferma al primo posto nella classifica del tempo libero e turismo, confermando i piazzamenti conseguiti nelle sei passate edizioni, così come Rimini, Aosta e Verbano Cusio-Ossola, mentre Grosseto si piazza in quinta posizione. Chiude al classifica, come negli anni precedenti, Crotone
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